Catasto, ecco come funzionano i controlli incrociati con il 730

Cosa potrebbe accadere in termini fiscali con le rivalutazioni catastali

Catasto, ecco come funzionano i controlli incrociati con il 730

Circa 4,8 miliardi di euro che mancano all'appello per l'Imu, oltre 250 milioni dal gettito della Tasi e 700 milioni di euro per l'Irpef; con questi numeri parlare di una riforma del catasto che non finisca con l'incidere sulle tasse e, di conseguenza, sulle tasche dei contribuenti è davvero difficile.

La riforma in corso vede il governo nel tentativo di avere un'invarianza del gettito in ingresso attraverso una "redistribuzione" del carico fiscale senza, però, che questo comporti un incremento complessivo delle tasse sul mattone. Eppure, questo più che un proposito sembra un'impresa considerando che le prime proiezioni dicono che le rivalutazioni delle rendite catastali ai valori di mercato attraverso il passaggio dalla valutazione per vani a quella per metri quadri significa, almeno sulla carta, un aumento dell'Imu sulle seconde case, un incremento della "ricchezza" di alcune famiglie che vedrebbero aumentare il proprio Isee a tal punto da non poter accedere a bonus e aiuti sociali.

Un salasso da scongiurare che, però, "fa a cazzotti" con le esigenze di cassa o, quantomeno, con il mantenimento di un'invarianza del gettito in ingresso proveniente dalle tasse sugli immobiliari; l'unico passaggio da fare, allora, potrebbe tradursi in un aumento dei controlli a partire da quelli incrociati con il 730 nei confronti dei "furbetti" della casa.

Tra i nuovi strumenti a disposizione, difatti, da febbraio scorso è stato attivato Sit, il nuovo sistema informativo del territorio che insieme all'Anagrafe dei Titolari costituirà la nuova Anagrafe immobiliare integrata. Nei fatti, si tratta di una banca dati con informazioni su oltre 74 milioni di immobili urbani e 60 milioni di immobili rurali (terreni). Come evidenziato nel provvedimento di adozione di Sit, questo consentirà "una corretta localizzazione sullo spazio geografico e una precisa descrizione delle caratteristiche rilevanti ai fini fiscali di ciascun immobile censito in catasto, integrando informazioni identificative, tecniche, censuarie, il relativo valore fiscale e utilizzando anche informazioni provenienti da fonti esterne".

Ed ecco che con le fonti esterne si apre alla possibilità dei controlli incrociati con il 730 e le dichiarazioni dei redditi al fine di scovare i "furbetti". Ad oggi, l’accertamento fiscale in materia di Immobili scatta su determinate spese tra cui le somme impiegate per l'acquisto della casa, la rata del mutuo, o il contratto di affitto, soggette al cosiddetto “redditometro”.

Difatti, nel caso in cui le spese sostenute dal contribuente in un anno contributivo vadano oltre il 20% dei guadagni riportati sulla dichiarazione dei redditi, il contribuente potrebbe essere chiamato per spiegare come sia riuscito a garantirsi un tenore di vita più alto rispetto alle ipotetiche condizioni economiche.

Per quanto riguarda il valore catastale dell'immobile, invece, solitamente l'Agenzia delle entrate può svolgere i controlli in 3 modi:

  • confronto del valore dell’immobile in questione con gli altri presenti nella stessa area
  • tramite quotazioni Omi
  • tramite satellite

Come ricordato in un precedente articolo de IlGiornale.It, "Da qui la decisione da parte del Fisco di effettuare controlli mirati, anche con l'aerofotogrammetria. Grazie a questa tecnica, che rileva le caratteristiche del terreno non facilmente percepibili al livello del suolo, Agenzia delle Entrate ha già confermato molti dei suoi sospetti, individuando 2 milioni di particelle non dichiarate ed 1,2 milioni di unità immobiliari in più. La caccia alle cosiddette "case fantasma" è dunque iniziata.

Nella riforma del catasto, ormai alle porte, saranno probabilmente inseriti l'aggiornamento delle rendite catastali, la sostituzione dei vani catastali in favore dei metri quadrati e la semplificazione delle categorie immobiliari".

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