Cinque miliardi sull'«Etna Valley»: a tanto ammonta il maxi-investimento di STMicrolectronics a Catania, che vale 2mila posti di lavoro, per la realizzazione di un impianto integrato che produrrà dispositivi di potenza su nuovi materiali, come il carburo di silicio, essenziali per la transizione elettrica. L'avvio della produzione è previsto nel 2026 per andare a regime nel 2033.
L'iniziativa intende scongiurare l'avverarsi di nuove crisi industriali per la mancanza di semiconduttori, come accaduto nel post pandemia, ed evitare anche la rischiosa dipendenza da singoli fornitori. Sono i frutti della strategia messa in campo dal governo per la microelettronica che si propone di attirare importanti investimenti produttivi e di conferire ancora più forza alla ricerca industriale avanzata. Il commento del premier Giorgia Meloni: «L'Italia consolida la sua leadership europea nell'industria dei semiconduttori, facendo dell'Etna Valley il luogo dell'innovazione nel Mediterraneo».
Ad annunciare il maxi-investimento di STMicroelectronics è stato ieri Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che ha definito «storica la giornata per la Sicilia». Le ragioni: «Diventerà la terra del futuro per l'Italia che, da parte sua, si avvia a essere un Paese leader in Europa nella microelettronica, evidenziando di essere in condizione di far nascere campioni europei multinazionali leader nel mondo». Urso ha quindi ringraziato il vicepresidente e commissario Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, «con la quale sin dall'inizio abbiamo lavorato con un rapporto continuativo, costante e diretto affinché i cittadini possano finalmente comprendere che il nostro futuro è nella nostra Europa».
Il carburo di silicio, al centro del progetto, rappresenta una svolta tecnologica: è composto da silicio e carbonio, offre numerosi vantaggi rispetto al silicio tradizionale per le applicazioni di potenza, migliora l'efficienza energetica e aumenta la durata del dispositivo.
L'investimento a Catania vede il ministero partecipare con 2 miliardi ed è il secondo più grande approvato a oggi dalla Commissione Ue all'interno del «Chips Act». Entro fine anno, inoltre, come anticipato da Urso, salirà a 10 miliardi la quota di investimenti nel nostro Paese, «un modello virtuoso e vincente di collaborazione tra istituzioni locali, nazionali ed europee che vogliamo ripetere su altri dossier», ha sottolineato il ministro.
«Questa operazione - le parole del vicepresidente Vestager - rappresenta un punto di forza per l'Europa e rafforzerà la filiera continentale dei semiconduttori, garantendo l'accesso a una fonte affidabile di chip ad alta efficienza energetica, utilizzati ad esempio nei veicoli elettrici e nelle stazioni di ricarica. Ecco allora prendere forma una nuova occupazione altamente qualificata con la conseguente limitazione di possibili distorsioni della concorrenza. STM ha creato un cluster importantissimo».
La volontà del governo italiano è vincere la complessa sfida rappresentata dalla duplice transizione digitale e green, e per questo, accanto al nuovo impianto siciliano sta sorgendo quello che diventerà il maggiore investimento europeo nel fotovoltaico.
Il complesso catanese coprirà tutte
le fasi della produzione, dalla polvere di carburo di silicio ai prodotti e moduli di potenza che servono ad auto elettriche, ricarica rapida, pannelli fotovoltaici, i grandi server dell'infrastruttura cloud e data center.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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