La logistica si adegua al nuovo scenario che si presenta dopo oltre due anni di pandemia da Covid 19 e il colosso Ups si gioca il jolly. Attivo in 220 Paesi con 550 mila occupati, ha rilevato il gruppo italiano Bomi, specializzato nella logistica farmaceutica, assicurandosi un portafoglio di oltre 350 veicoli a temperatura controllata e di circa 391 mila metri quadri di superfici attrezzate per la conservazione dei farmaci.
«Come compagnia leader mondiale della logistica farmaceutica - spiega Kate Gutman, vicepresidente esecutiva del colosso Usa e presidente della divisione Healthcare and Supply Chain - Bomi amplia il nostro portafoglio di servizi e accelera il nostro percorso per diventare fornitore numero uno globale della complessa logistica farmaceutica». «I dipendenti di Ups e di Bomi Group - aggiunge - condividono gli stessi valori e le nostre due culture sono focalizzate e fortemente radicate in una focalizzazione senza sosta sulla qualità». Di conseguenza «la combinazione tra le nostre due squadre migliorerà la capacità dei nostri clienti attivi nel settore della farmaceutica a mettere a punto e realizzare innovazioni per salvare vite umane». Con Bomi Ups ritiene di poter giocare un «ruolo chiave» nella consegna della prossima generazione di trattamenti farmaceutici e biologici, che richiederà «una logistica sempre più legata ai tempi di consegna e alla temperatura di conservazione».
Bomi opera in 14 Paesi con 2mila dipendenti ad elevata specializzazione in Europa e in America Latina. La chiusura dell'operazione, che vale qualche centinaia di milioni, è prevista entro la fine dell'anno, mantenendo la squadra italiana sul ponte di comando delle proprie attività.
È previsto infatti che «i responsabili chiave del Gruppo, incluso l'amministratore delegato Marco Ruini, continueranno a svolgere il proprio ruolo per continuare ad assicurare ai clienti servizi senza soluzione di continuità».
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