Consumi, italiani ipertech. Trent'anni tra pc e cellulari

Al boom della spesa per la tecnologia fa riscontro la caduta (-10%) degli alimentari. Più risorse destinate al tempo libero

Consumi, italiani ipertech. Trent'anni tra pc e cellulari
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Più tecnologia rinunciando a qualcosa su cibo e abbigliamento. Nell'arco degli ultimi tre decenni le abitudini di spesa delle famiglie italiane sono cambiate non poco e il minimo comun denominatore è stata la crescente fetta di risorse destinate ad abbracciare l'evoluzione tecnologica. Una data chiave è senza dubbio il 9 gennaio 2007 quando Steve Jobs svelò il primo iPhone della storia e gli smartphone sono presto diventati uno strumento essenziale nella quotidianità. Da un'analisi dell'Ufficio Studi Confcommercio, che ha approfondito i consumi degli italiani dal 1995 al 2024, emerge proprio come la spesa per i cellulari/smartphone è aumentata del 6.500%, seguita (a distanza) da altre tendenze sempre legate alla tecnologia, ossia l'incremento del 962% per l'acquisto di pc, prodotti audiovisivi e sistemi multimediali. Sul versante opposto spicca invece il calo a doppia cifra degli acquisti «tradizionali». Risultano sotto i livelli di trent'anni fa infatti le spese per alimentari e bevande (-10,6%), abbigliamento (-3,9%), mobili ed elettrodomestici (-3,5%).

In termini assoluti la spesa per consumi è stata nel 2024 di 21.778 euro pro capite, nuovamente in aumento e sopra i livelli raggiunti prima dello scoppio della pandemia, anche se sotto i livelli di picco del 2007. Mariano Bella, responsabile del Centro Studi Confcommercio, interpellato da Il Giornale, vede i consumi rafforzarsi nella seconda metà di quest'anno e nel 2025 tornare sopra i livelli del 2007 «grazie alle misure di sostegno predisposte dal governo e agli effetti benefici del Pnnr, a cui si aggiunge un contesto economico florido, con occupazione a livelli record e salari che stanno crescendo più dell'inflazione». Secondo Confcommercio l'obiettivo di crescita del Pil 2024 attorno all'1% è raggiungibile con turismo e servizi chiamati a sopperire alla debolezza congiunturale dell'industria.

Tra le tendenze più marcate emerse dall'analisi di Confcommercio c'è la propensione degli italiani a destinare sempre più risorse al tempo libero. Anche le spese per viaggi e vacanze, così come per pasti e consumazioni fuori casa, sono in deciso recupero negli ultimi anni dopo il forte calo post-pandemico. Non è una dinamica solo italiana. «Si tratta di un fenomeno planetario di terziarizzazione - spiega Bella - con la tendenza a ridurre l'autoproduzione e comprare ciò che ci necessita. Quello che compriamo realmente è il tempo degli altri che ci danno beni e servizi».

Nota dolente dello spaccato delle spese degli italiani è la quota per l'abitazione che cresce nel lungo periodo.

Sono due le ragioni di fondo spiegate dal responsabile dell'Ufficio Studi di Confcommercio: costi di servizi quali energia, gas e rifiuti «che devono ancora essere completamente liberalizzati e scendere di prezzo»; l'altro aspetto è che le famiglie sono meno numerose, sempre più persone vivono da sole e quindi le spese indivisibili creano delle diseconomie.

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