Continua la corsa dell'auto In maggio vendite su del 23%

Mercato in salute ma si resta sotto i livelli del 2019. E le vetture elettriche stentano ancora a decollare

Continua la corsa dell'auto In maggio vendite su del 23%
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Continua il trend di crescita delle immatricolazioni di auto in Italia (+23,1% in maggio e +26,1% nei primi 5 mesi dell'anno), ma il dato resta sempre lontano dal periodo ante-pandemia: -22,9% il confronto con il 2019. Sempre sottotono è la richiesta di vetture elettriche da parte degli italiani, «nonostante - come sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor - dal 10 gennaio scorso sono in vigore incentivi proprio per l'acquisto di questo tipo di veicoli; ma lo stanziamento di 190 milioni per il 2023, alla data di ieri, è stato utilizzato solo per il 17%». Eppure non vengono segnalate difficoltà di forniture. «Tutte indicazioni - aggiunge Quagliano - che confermano che la quota di mercato delle auto elettriche continua ad aggirarsi intorno al 4% contro percentuali a 2 cifre in altri Paesi». La realtà parla chiaro: gli italiani preferiscono le auto ibride senza la spina (quota del 34,7% e vendite +27,8% il mese scorso).

Michele Crisci, presidente di Unrae (costruttori esteri), confida nella rapida emanazione, da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy, «delle norme per l'acquisto e l'installazione di colonnine di ricarica da parte di privati e condomini, senza dimenticare la necessità di intervenire su una politica infrastrutturale ad ampio raggio e di orizzonte lungo anche per il rifornimento di idrogeno».

Da chiarire, inoltre, è il destino dei 272 milioni in ecobonus avanzati nel 2022. Tutte questioni - insieme ad altre, tra cui la rimodulazione degli incentivi - che Unrae vuole approfondire in occasione del prossimo «Tavolo Automotive» con i ministeri coinvolti e del quale viene chiesta la convocazione urgente. Paolo Scudieri, presidente di Anfia (filiera italiana), fa intanto sapere che «condivideremo riflessioni a tutto tondo sul comparto automotive, presentando le nostre proposte di politica industriale per una mobilità razionale, durante l'assemblea pubblica, a Roma, del prossimo 20 giugno».

«Quanto messo in piedi dalle decisioni politiche della Ue - la sintesi critica di Salvatore Saladino, country manager di Dataforce Italia - tutto sta facendo tranne che conseguire gli obiettivi per i quali quelle decisioni sono state imposte: riduzione della CO2 e rinnovo del parco circolante. Il tutto con aumenti vertiginosi dei costi a spese del consumatore e nessun beneficio reale o percepito». I risultati di Stellantis, ora: a maggio +4% (quota scesa in un anno dal 39,2% al 33,1%), mentre da gennaio vendite +15,2% e quota passata dal 37% dei 5 mesi del 2022 al 33,9% attuale.

Il governo italiano, infine, continua il pressing su Bruxelles contro la norma Euro 7, la nuova stretta sulle emissioni pianificata dal luglio 2025 per le auto, che a parere del vicepremier Matteo Salvini, rischia di penalizzare imprese e lavoratori. Una linea, quella italiana, ampiamente condivisa da Repubblica Ceca, Bulgaria, Francia, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia. Ieri, in sede Ue, sono infatti partiti i negoziati sul regolamento.

E Massimiliano Salini, relatore del Ppe in Commissione Industria, denuncia come i nuovi parametri previsti «sono tanto onerosi per le nostre imprese che, se applicati, costringerebbero la filiera automotive europea a distogliere investimenti dallo sviluppo dell'auto elettrica caldeggiato dalla stessa Commissione Ue, offrendo paradossalmente un vantaggio ai competitor cinesi».

L'Italia insiste anche sull'inserimento nella normativa Ue, «di una definizione di carburanti CO2 neutri capace di includere, non solo quelli sintetici, ma anche i biocombustibili prodotti principalmente nel nostro Paese».

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