Conto alla rovescia per salvare Alitalia. Scontro sul contratto

Gubitosi: "Situazione difficile", verso 300 esuberi in meno. Le parcelle dei consulenti

Conto alla rovescia per salvare Alitalia. Scontro sul contratto

Scade domani sera il conto alla rovescia per un accordo tra Alitalia e sindacati che permetta agli azionisti di rifinanziare la compagnia. Ma si tratta di ore roventi, perché la distanza tra lavoratori e azienda è ancora ampia. Se sul fronte dei tagli c'è qualche spiraglio, su quello del contratto la chiusura è netta. Per gli esuberi si stanno rifacendo i conti. Dei circa 2mila allontanamenti, 600 posizioni sono considerate ormai perse, perché contratti a termine. Si sta cercando qualche alchimia sulle esternalizzazioni, che nell'area manutenzioni potrebbero essere attutite, e circa 300-350 persone potrebbero rimanere in azienda. Per tutti gli altri, il governo ha messo sul piatto naspi (la nuova indennità di disoccupazione) e cassa integrazione.

Quanto al contratto scaduto a dicembre 2016 e già oggetto di uno sciopero, i temi sono diversi e spinosi. Alitalia chiede la riduzione dei riposi per il personale navigante a 96 all'anno, contro i 120 delle compagnie europee confrontabili. Inoltre è richiesto un taglio alle retribuzioni del 22% per i piloti di lungo raggio, del 28% per quelli di medio e del 32% per hostess e steward. I sindacati denunciano che l'azienda «pretende» una discrezionalità assoluta sulla progressione delle carriere e la possibilità di concedere ferie unilateralmente. Verrebbe abbassato il salario d'ingresso per futuri neo assunti, mentre al personale verrebbe ridotto l'aumento salariale in caso di avanzamenti di carriera: non più il 30% di un comandante, ma «solo» il 5%. Il fronte sindacale appare pessimista e qualcuno si spinge a dire: «Meglio il commissario che un accordo violento per un piano che non porterà da nessuna parte». In serata anche il presidente in pectore, Luigi Gubitosi, si è mostrato cauto: «La situazione resta complicata». A infastidire gli animi, ieri circolavano poi indiscrezioni, non confermate, su parcelle astronomiche dei consulenti ingaggiati per il business plan.

Sul fronte tecnico-finanziario ci si prepara a una manovra per complessivi 1,9 miliardi appena la strada sarà spianata da un accordo con il personale. Qui il fronte degli azionisti non è compatto, con Intesa e Unicredit divisi sulla volontà di aggiungere capitale. Parallelamente, con Generali si sta studiando un modo per proteggere il bond da 300 milioni che la compagnia triestina non vuol convertire in azioni: uno scambio di carta con la creazione di una nuova società proprio allo scopo di trasformare obbligazioni vecchie in obbligazioni nuove.

Una specie di partita di giro, un po' illusoria.

Alitalia intanto continua a premere sulla propria clientela con offerte sempre più frequenti e convenienti: gli sconti sono passati dal 15, al 20, al 25% nell'arco di poche settimane.

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