La Corte di Giustizia Ue grazia Google, annullata la maxi-multa da 1,5 miliardi

Analisi della Commissione ritenuta incompleta. Ipotesi ricorso

La Corte di Giustizia Ue grazia Google, annullata la maxi-multa da 1,5 miliardi
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Sospiro di sollievo per Google. La Corte di Giustizia Ue ha annullato la decisione con cui la Commissione Ue aveva inflitto cinque anni fa una maxi-multa di quasi 1,5 miliardi di euro ad Alphabet, casa madre di Google, per ostacolo alla concorrenza. L'ammenda riguardava la piattaforma pubblicitaria AdSense e, secondo il tribunale Ue, «non teneva conto dell'insieme delle circostanze rilevanti nella sua valutazione della durata delle clausole contrattuali che aveva qualificato come abusive». Il tribunale nelle motivazioni della sentenza spiega che la Commissione Ue non ha dimostrato che le clausole in questione avessero «da un lato eventualmente scoraggiato l'innovazione e dall'altro aiutato Google a mantenere e rafforzare la sua posizione dominante sui mercati nazionali della pubblicità nei motori di ricerca in questione e, da ultimo, eventualmente danneggiato i consumatori». Bruxelles, che potrebbe presentare ricorso alla Corte Ue, al momento si è limitata a dire che esaminerà la sentenza e rifletterà sui possibili passi successivi. La sanzione legata ad AdSense è una delle tre maxi-multe comminate dall'Ue in questi anni a Google per un totale di 8,25 miliardi.

La Corte di giustizia europea si è espressa ieri anche sull'ammenda inflitta a Qualcomm per abuso di posizione dominante, confermandola in larga misura con l'importo rivisto in 238,7 milioni, rispetto ai 242 milioni decisi dall'esecutivo comunitario.

L'annullamento della multa decretato dalla Corte Ue arriva al termine di un mandato con riscontri alterni per Margrethe Vestager. Negli anni alla guida dell'antitrust Ue, Vestager ha portato avanti la crociata per contrastare lo strapotere delle Big Tech e proprio la scorsa settimana sono arrivate due importanti vittorie: la Corte Ue ha confermato la multa da 2,4 miliardi inflitta da Bruxelles alla stessa Google e ha dato torno ad Apple nell'accordo fiscale con le autorità irlandesi condannando il colosso di Cupertino a versare 13 miliardi.

Sempre ieri Google si è mossa oltremanica, chiedendo a un tribunale di Londra di respingere una causa collettiva da massimi 7 miliardi di sterline per abuso di posizione dominante nel mercato della ricerca online.

Parte della causa si basa sulla multa da oltre 4 miliardi inflitta a Big G dalla Commissione europea nel 2018 per aver imposto restrizioni ai produttori di dispositivi mobili Android; una decisione contro cui la società statunitense ha già presentato ricorso.

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