Scorrendo le storie di Instagram, uno dei principali social network del gruppo Meta, a qualcuno potrebbe essere capitato di imbattersi in una curiosa pubblicità con il rassicurante marchio di Borsa Italiana. Alla vista di un occhio esperto, sarà sembrato subito strano osservare che un profilo istituzionale divulghi messaggi alla stregua delle peggiori televendite e ancora di più che proprio Borsa Italiana si metta a dare indicazioni di investimento: «Un mese fa vi abbiamo consigliato di acquistare azioni di Gamestop al prezzo di 20,16 euro e un mese dopo il prezzo è salito a 27,8 euro. Oggi vi consigliamo un altro titolo su WhatsApp! Unisciti al nostro gruppo WhatsApp!». Al messaggio, un falso progettato ad arte per trarre in inganno l'utente interessato agli investimenti finanziari altamente speculativi, viene allegato un link che punta a un altro gruppo di Facebook, il social ammiraglio del gruppo Meta (possibile che un tale colosso permetta certe cose?).
Incuriositi dalla strana pubblicità, Il Giornale ha subito segnalato lo spot tranello a Borsa Italiana. Una portavoce del gruppo ha confermato che l'annuncio in questione circola da qualche settimana: «Si tratta di profili falsi, abbiamo segnalato alle autorità». Borsa, infatti, è proprietaria solamente di un profilo LinkedIn e non è presente su nessun altro social network. Per cercare di informare adeguatamente gli investitori ha pubblicato sul suo sito un messaggio con istruzioni precise: «Borsa Italiana si impegna a garantire trasparenza e integrità nei mercati finanziari», si legge. «Di recente, abbiamo riscontrato un aumento di profili falsi che sfruttano il nostro nome per attirare investitori, promettendo guadagni facili o offrendo servizi di trading attraverso i social network».
Dopo aver ricordato che Borsa non consiglia investimenti, né pubblicizza servizi di trading sui social e meno che mai promette guadagni facili, la società raccomanda di verificare la fonte delle informazioni, di non condividere dati personali o bancari e di segnalare i profili sospetti alle autorità e alla piattaforma social.
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