Piazza Affari è pronta a voltare pagina dopo le montagne russe del 2020 chiuso - ieri l'ultima seduta dell'anno - con un calo del 5,5% e una capitalizzazione di 607 miliardi (dai 651 di un anno fa) pari al 37% del Pil. A viaggiare in controtendenza è stato solo lo Star che guadagnato il 14,1% sempre nei dodici mesi. È quanto emerge dalla Review di Borsa Italiana. La performance lascia l'amaro in bocca se confrontata con i fuochi d'artificio di un anno fa (con il Ftse Mib in rialzo del 30% rispetto al calo del 5,4% registrato da gennaio) o con i record storici raggiunti, in questi ultimi giorni, da Francoforte e Wall Street.
In aumento gli scambi azionari (con un controvalore medio giornaliero di 2,4 miliardi), decollati lo scorso 12 marzo (935.909 contratti per un controvalore superiore ai 6 miliardi) quando all'inizio del primo lockdown il Ftse Mib era collassato del 16,9% a 14.894 punti (rispetto ai 22.232 di ieri e ai massimi di febbraio a 25.478 punti).
«Il 2020 è stato segnato da un incontro di boxe costante e continuo tra il Covid 19 e lo sforzo mondiale per contrastare la pandemia. Per quanto poi riguarda nello specifico il nostro listino, la Borsa italiana ha risentito della forte esposizione ai settori maggiormente penalizzati dalla pandemia, quello energetico e quello finanziario», ha spiegato Generoso Perrotta, head of financial advisory di Banca Generali. «L'arrivo dei vaccini - aggiunge Perrotta - ha tuttavia innescato una rotazione settoriale negli ultimi mesi dell'anno che ha ridato fiato a Piazza Affari. Riteniamo che il trend di ripresa, sostenuto anche dai progetti relativi alla Next Generation Eu, possa proseguire anche nei prossimi mesi aprendo delle aree di ingresso selettive negli eventuali momenti di pausa».
«In un anno complesso come quello che si sta concludendo il ruolo di Borsa italiana è stato fondamentale per supportare l'economia del nostro Paese», ha rivendicato Raffaele Jerusalmi, ad di Borsa. La pandemia ha tuttavia messo nel congelatore le quotazioni. I debutti sono stati solo 22 (rispetto alle 35 Ipo di un anno fa) di cui solo Gvs (+53% dall'approdo sul mercato) sul listino principale. La raccolta si è poi ridotta di un terzo a 706 milioni da i 2,5 miliardi di un anno fa. Negli ultimi dodici mesi, secondo i dati della Review, Piazza Affari è stata poi attraversata da 13 ricapitalizzazione con un controvalore superiore al miliardo e da 12 offerte pubbliche di acquisto di acquisto per un controvalore di un miliardo.
Quanto alle performance tra i vincitori del Ftse Mib si annoverano società attive nell'ambito medicale come Amplifon (+32%) e Diasorin (47%), realtà industriali quali Interpump (+42%) e Prysmian (+35%), e gruppi finanziari come Nexi (+31%). Al contrario, tra le peggiori performance del Ftse Mib ci sono: Bper (-51%), Saipem (-49%) Leonardo (-43%), Unicredit (-41%) ed Eni (-38%). Al di fuori delle blue chip, tra le performance più significative del 2020 si nota la resurrezione di Tiscali (+172%) grazie all'impulso alla Rete Unica. Sul fronte degli scambi, infine, a regnare sovrana nel 2020 è stata, ancora una volta, Intesa Sanpaolo con 6 milioni di contratti circa e un controvalore totale di 65,9 miliardi
Il 2021 porterà infine Piazza Affari dal London Stock Exchance a Euronext dove, contestualmente, entreranno nella governance del circuito
paneuropeo Cdp e Intesa Sanpaolo. Il passaggio, come dichiarato dal premier Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa di fine anno, offre «una prospettiva reale di fare di Milano la capitale finanziaria del continente europeo».
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