Covid, industrie ferme, tutti a casa. Ma abbiamo contenuto il virus?

I giorni decisivi a contenere la diffusione della pandemia sono soltanto i primi 17: ogni misura restrittiva adoperata successivamente serve a poco, o nulla: è questa la conclusione di un team di ricercatori italiani e stranieri che hanno messo a punto un modello predittivo preciso fino 99%

Covid, industrie ferme, tutti a casa. Ma abbiamo contenuto il virus?

Soltanto i primi 17 giorni dall'inizio delle misure di contenimento sono quelli decisivi a determinare l'entità della diffusione del Covid-19. Qualsiasi altra misura restrittiva applicata dal 18esimo giorno in poi (come la chiusura delle industrie o i divietà alla libertà di movimento di ognuno di noi) incide poco o nulla sull'andamento dei contagi e sul numero finale delle vittime.

L'origine della pandemia

A questo risultato è giunto un team internazionale di scienziati, guidato da eccellenze italiane, con un modello predittivo delle vittime incredibilmente preciso e che coincide in tutti i Paesi, anche in quelli dove le industrie non sono mai state chiuse e i cittadini si sono potuti muovere liberamente come in Germania e Svezia. In pratica, la pandemia italiana si sarebbe scatenata a seguito dei focolai divampati casualmente a Codogno ed a causa della partita di calcio tra Atalanta e Valencia, come viene riportato dal Corriere.

Scienziati e modello a confronto

"Tra gli ultimi giorni di febbraio e la prima settimana di marzo siamo stati assaliti al pronto soccorso da un numero impressionante di persone che manifestavano i sintomi gravi dell’infezione da Sar-Cov-2 - ha raccontato il Prof. Stefano Centanni, ordinario di Malattie dell’apparato respiratorio all’Università di Milano e direttore dei reparti di pneumologia degli Ospedali San Paolo e San Carlo - mi è sembrato quindi utile e opportuno costituire un team di ricerca internazionale che potesse darci tempestivamente numeri precisi sullo sviluppo dell’epidemia".

Il team di studio è costituito dai professori Giovanni Sotgiu (Epidemiologia, Università di Sassari), Monica Miozzo (Genetica Medica, Università di Milano), Giorgio Walter Canonica (Asma e Malattie respiratorie, Humanitas University, Milano), Joan Soriano (Epidemiologia, Università di Madrid), J. Christian Virchow (Pneumologia e Terapia Intensiva, Università di Rostock) e Alberto Giovanni Gerli, ingegnere esperto di big data, imprenditore e "cervellone matematico" del gruppo.

Le previsioni di sviluppo della pandemia

"Ho ricostruito la curva dei contagi e dei pazienti deceduti partendo dai dati cinesi, in particolare della provincia dell’Hubei. Il segreto è stato nel dividere la curva in due parti, prima e dopo il picco giornaliero di casi. Le curve di tutte le nazioni del mondo si assomigliano per forma: una polinomiale di terzo grado prima, una asimmetrica sigmoidale poi. La magnitudine è invece dipendente solo da quanto crescono i dati nei primi giorni", spiega Gerli, autore del sito interattivo predictcovid19.com dove, usando le equazioni da lui ricostruite, è possibile ottenere le previsioni di sviluppo della pandemia in ogni comunità del mondo, piccola come un quartiere o grande come un continente, solo a partire dall’andamento dei primi 17 giorni.

Casi italiani

Dati reali e previsioni

Incredibilmente, i numeri del modello sono quasi identici a quelli reali, a dimostrarne l'altissima affidabilità: è il 10 marzo, in Italia si registrano 631 morti ed il modello prevede, ad esempio, che il 18 aprile ci saranno 23.873 morti indipendentemente dalle misure restrittive: nella realtà, i casi registrati sono stati 23.227, poche centinaia di meno. La previsione per fine maggio, invece, è di poco meno di 30mila vittime, ed è molto probabile che si avveri.

Differenze con gli altri Paesi

Dopo l’analisi dei dati italiani, si è passati ad un’analisi comparativa più dettagliata tra Italia, Germania, Spagna e Stato di New York, in pubblicazione su Allergy, rivista scientifica internazionale. I risultati? Sempre gli stessi. Partendo dai dati dei famosi 17 giorni, si arriva a previsioni con una precisione tra dati reali e stimati superiore al 99%. Praticamente quasi infallibile.

tabella

Nuovo modello previsionale

Gli scienziati non si

fermano e, viste le richieste, stanno lavorando ad un nuovo modello previsionale per i posti in terapia intensiva, considerato un fondamentale approccio clinico per fronteggiare i casi Covid-19 più gravi.

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