I conti correnti ora sono pieni: perché e cosa può succedere

La fotografia dell''Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani per il 2020 fatta dalla "Direzione Studi e Ricerche" di Intesa Sanpaolo e dal Centro Einaudi

I conti correnti ora sono pieni: perché e cosa può succedere

La combinazione tra l'emergenza sanitaria e le misure restrittive imposte dal governo giallorosso hanno messo in ginocchio l'economia del nostro Paese: una crisi economica che si stima abbia colpito circa 600mila famiglie. Stando all'Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani per il 2020 condotta dalla "Direzione Studi e Ricerche" di Intesa Sanpaolo e dal Centro Einaudi, una famiglia su due è stata costretta dalle difficoltà economiche ad attingere ai propri risparmi (il 10,2% lo avrebbe fatto in modo decisamente sostanzioso).

Ad essere intaccati, quindi, quei risparmi che i nostri connazionali tendono ad accumulare proprio per affrontare momenti di crisi. Nell'Indagine sopra menzionata quasi la metà degli italiani intervistati (il 47,1%) ha ammesso di aver dovuto mettere mano a tali risorse. Tuttavia, ma ciò è vero solo dopo il primo lockdown, (probabile che dopo le restrizioni successive tali numeri siano in crescita) in 4 casi su 5 ciò non ha eroso i risparmi in modo significativo. Chi ha avuto sufficienti disponibilità economiche, proprio a causa dell'emergenza sanitaria e durante i mesi più duri della crisi e di chiusura forzata, ha tentato di rimpinguare il proprio conto. Secondo i dati aggiornati a settembre 2020, si parla di una crescita di circa 126 miliardi di euro nei conti degli italiani, rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente.

Ciò nonostante, sempre secondo l'Indagine, il trend dell'accumulo di risparmio precauzionale non dovrebbe avere vita lunga. "Si tratta di riserve che eccedono il normale tasso di risparmio, che negli ultimi quindici anni è già passato dal 7,3% all’11,8% del reddito (pre-pandemia), in coerenza con l’aumento delle ragioni razionali per risparmiare". Se il denaro che compone questa riserva supplementare fosse"rimesso in gioco" almeno per due terzi del suo totale si potrebbe, secondo Sanpaolo ed Einaudi, "triplicare la capacità di attivazione della ripresa innescata dal primo anno del Recovery Fund e potrebbero rendere realistica la prospettiva di una ripresa".

Secondo la fotografia di Sanpaolo/Einaudi, l'accumulo di fondi nei conti correnti ha varie motivazioni, strettamente connesse alla fascia di età del risparmiatore. Il risparmio previdenziale, quello finalizzato ad agevolare le esigenze della terza età, ovviamente, cresce di pari passo con l'età: il picco (31,3%) si raggiunge prima del periodo di pensionamento. Per quanto riguarda il risparmio ereditario, quello destinato ad aiutare i figli poco prima del distacco dal nucleo familiare e della vita autonoma, esso si concentra soprattutto (22,8%) nella fascia d'età 45-54 anni. Per l'acquisto di una prima casa, il 38,6% del risparmio viene effettuato tra 25 e 34 anni di età.

In generale, il risparmio precauzionale è alto (59,7%) nelle fasi dell'incertezza

lavorativa, tra 18-24 anni di età. La percentuale si riduce progressivamente per impennarsi ancora (56,4%) oltre i 65 anni, proprio con lo scopo di venire incontro alle esigenze ed alle spese della terza e della quarta età.

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