Arriva lo stop del Fisco: ecco quando e per chi

Il decreto sarà portato entro martedì in Consiglio dei ministri. Senza un intervento specifico l’attività di riscossione ripartirebbe dal 1° luglio

Arriva lo stop del Fisco: ecco quando e per chi

Stop alle cartelle esattoriali e proroga del divieto dei licenziamenti per i settori in crisi come quello tessile, dell’abbigliamento e della pelletteria.

Secondo quanto apprende l'Adnkronos l'obiettivo del governo è quello di portare il provvedimento in Consiglio dei ministri già il prossimo lunedì, per non arrivare proprio a ridosso del termine previsto per il 30 giugno. I tempi sono, però, stretti. A rendere più difficile il compito è la necessità di trovare una finestra tra gli impegni istituzionali dell’esecutivo. Il nuovo stop ai licenziamenti selettivo sarà accompagnato da altre settimane di Cig Covid gratuita, cioè coperta dallo Stato.

Escludendo la questione legata al tempo il provvedimento da un punto di vista strettamente tecnico non presenterebbe criticità in quanto segue le altre proroghe attivate dal marzo dello scorso anno. Nessun problema anche per quanto riguarda le coperture: il denaro necessario arriverebbe dai 'risparmi' dei precedenti ristori per un valore superiore a 2 miliardi.

Il blocco della macchina di riscossione darà una boccata d’ossigeno ai cittadini colpiti duramente dalla crisi economica diretta conseguenza dell’emergenza sanitaria. Sarebbero circa 35 milioni le notifiche dei nuovi atti di riscossione bloccati tra il 2020 e l'inizio del 2021. Senza un intervento specifico l’attività di riscossione ripartirebbe dal 1° luglio con i contribuenti che avrebbero solo 30 giorni di tempo per versare le somme dovute.

Per quanto riguarda il blocco dei licenziamenti il governo ha trovato la soluzione dopo l'incidente avvenuto il 20 maggio. Come ricorda Repubblica una norma inserita nel decreto Sostegni bis dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, poi approvata dal Consiglio dei ministri prevedeva l'estensione del blocco dei licenziamenti dal 30 giugno al 28 agosto per le grandi aziende che avessero usato la Cig Covid nel mese di giugno. Tale norma era stata cancellata dal premier Draghi a causa delle proteste da parte di Confindustria.

La partita si è spostata in Parlamento dove è in discussione il decreto Sostegni bis. Pd, Leu e M5s hanno depositato emendamenti per prorogare il blocco mentre Forza Italia, Lega e Italia viva no. E così si sono create le condizioni per uno stallo politico.

Il premier era deciso ad intervenire solo davanti ad un accordo tra i partiti. Accordo che alla fine si è trovato. Ma si interverrà solo sulle imprese in crisi. Le grandi potranno licenziare dal primo luglio mentre quelle piccole dovranno aspettare l’1 novembre.

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