Crt vara le riforme anti-commissario

L'ente cambia lo Statuto e le regole. Poggi: "Speriamo nell'approvazione del Mef"

Crt vara le riforme anti-commissario
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Fondazione Crt vara in blocco le nuove regole volute dal ministero dell'Economia, a valle dello scandalo del patto occulto finito nel mirino delle Procure. La nuova presidente, Anna Maria Poggi, ha coordinato lo sforzo della terza fondazione bancaria italiana per evitare l'onta del commissariamento e, ieri mattina, ha approvato la riforma di governance, Statuto e regolamenti. Ora la palla passerà di nuovo al ministero guidato da Giancarlo Giorgetti, che dovrebbe esprimersi (verosimilmente entro settembre) sulla prima parte della rivoluzione dell'ente che avrà ancora alcuni passi da fare per dirsi completa.

Ma andiamo con ordine: ieri, alle 10, si è riunito il Consiglio d'Indirizzo dell'ente che ha approvato le risposte al Mef - di fatto degli impegni che l'ente è pronta ad attuare a stretto giro sulle richieste della vigilanza - con le uniche eccezioni degli astenuti Paola Allamano e Claudio Albanese, nominati nelle terne del Comune di Torino che avrebbero voluto fossero toccate già ieri le riforme del sistema delle terne e del fatto che sia il consiglio uscente a nominare quello entrante. Un punto non all'ordine del giorno e non al centro delle richieste della vigilanza, ma che Poggi ha promesso di affrontare in futuro: «il Consiglio tornerà sulla questione della procedura da seguire per le nomine con il sistema delle terne e su altre questioni operative di importanza generale». Ma cosa è stato messo sul piatto per dissuadere Giorgetti dal premere il bottone del commissariamento? «Nel nuovo Statuto è stato introdotto un intero capitolo sul conflitto d'interesse», ha spiegato Poggi, «abbiamo modificato il regolamento sul funzionamento degli organi e reso più rigorosi i criteri di professionalità e di competenze per entrare nella Fondazione». Poggi ha spiegato che sono stati resi più stringenti i criteri per prevenire il conflitto d'interesse e debellarlo una volta insorto, «arrivando alla sanzione o alla decadenza dall'organo» del consigliere. Secondo quanto raccolto, con le nuove regole non sarà più possibile rivedere le auto-nomine ai vertici delle controllate, che ora hanno criteri d'accesso più rigorosi per le nomine. Sono stati inoltre ridotti i compensi per chi partecipa al Consiglio d'Indirizzo e al Consiglio d'amministrazione, con modifiche alla determinazione del compenso del presidente e del segretario generale e l'introduzione di un tetto alle spese. Varata, inoltre, anche una stretta per quanto riguarda le consulenze.

Durante la conferenza stampa, la presidente ha espresso tutta la sua soddisfazione per i risultati raggiunti nelle ultime settimane di lavoro (il Mef aveva concesso all'ente fino al 22 agosto per mettere a punto le riforme ritenute necessarie, a pena il commissariamento): «Abbiamo operato con senso di responsabilità mostrando anche la solidità dell'ente», ha detto, «spero che le modifiche che abbiamo proposto incontrino l'appovazione da parte dell'Autorità di Vigilanza».

Ora, a prescindere dalla partita con il Mef che potrebbe anche avanzare ulteriori rilievi, i riflettori sono tutti puntati sulle indagini dei magistrati. Su questo punto Poggi «spera che l'indagine si chiuda in fretta» e che «se ci sono responsabilità si accertino subito».

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