Pechino alza le barricate sui brandy europei. Da venerdì un bicchierino di Remy Martin o di Hennessy costerà molto di più in Cina, il più grande mercato di brandy al mondo. Un duro colpo ai grandi produttori europei, in particolare la Francia che rappresenta il 99% delle esportazioni di brandy in Cina.
Il gigante asiatico non ha perso tempo in quella che ha tutto il sapore di una ritorsione a soli quattro giorni di distanza dai dazi annunciati dall'Ue sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi. Pechino imporrà dall'11 ottobre dei dazi provvisori dal 30,6% al 39% sulle importazioni di brandy europeo. La Commissione di Bruxelles ha subito annunciato un ricorso al Wto a misure ritenute «infondate». Ovviamente la Cina rigetta al mittente le accuse, affermando che si tratta di una misura anti-dumping volta a proteggere i suoi produttori nazionali.
Sta di fatto che la mossa di Pechino ha scatenato l'allarme rosso tra i produttori di brandy francesi che parlano di effetti «catastrofici» per il settore. Il presidente francese Emmanuel Macron ha apertamente parlato di «ritorsione pura» in risposta al voto europeo di venerdì scorso sui dazi sulle auto elettriche cinesi.
Inevitabile lo sbandamento al ribasso delle azioni delle aziende coinvolte. Remy Cointreau, produttrice del Remy Martin, ha perso oltre il 6%, mentre Pernod Ricard, che controlla il marchio di cognac Martell, è scesa di oltre il 4%. Molto male anche il colosso Lvmh (-3,5%), che produce il cognac Hennessy. A Milano a soffrire è stata Campari (-1,7%) che lo scorso anno ha investito oltre 1 miliardo per acquisire il cognac Courvoisier. Gli analisti di Jefferies stimano che i dazi potrebbero tradursi in un aumento del 20% dei prezzi per i consumatori, il che comporterebbe una probabile pari riduzione delle vendite. La Commissione Europea si è detta pronta a d andare in soccorso ai produttori Ue di brandy e cognac «identificando e valutando attentamente tutte le possibilità per offrire un sostegno adeguato di fronte agli effetti negativi di questa decisione ingiustificata del governo cinese».
La nuova
fase della guerra dei dazi appare solo alle battute iniziali. Il paese guidato da Xi Jinping (in foto) sta infatti valutando anche nuove imposizioni su beni importati dall'Ue quali automobili, carne di maiale e latticini.
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