Finalmente qualcosa si muove. Il governo Letta sta mettendo a punto la seconda parte del decreto Fare. Tra le misure al vaglio dell'esecutivo c'è anche la compensazione fra debiti e crediti fiscali per andare a colmare il mare magum degli arretrati che la pubblica amministrazione deve saldare a numerose imprese. L'intervento, però non è stato ancora stato messo nero su bianco. Tanto che il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti si è affrettato che le notizie diffuse dalle agenzie stampa sono "del tutto infondate".
All’ordine del giorno del preconsiglio di martedì prossimo è assente la discussione dell’atteso decreto "Fare 2", il pacchetto di misure allo studio del ministero per lo Sviluppo economico per le imprese, l’energia e il credito. Per il momento trapelano solo alcuni dei provvedimenti che formeranno il dl, in primis le misure che serviranno a diminuire i pachidermici debiti che la pubblica amministrazione ha con moltissime aziende italiane. "Le imprese - si legge all'articolo 11 della bozza del decreto a cui sta lavorando il governo - potranno avere una dilazione nel pagamento delle tasse a fronte di crediti certificati verso la pubblica amministrazione". A partire dall'anno prossimo la soglia di compensazione fra debiti e crediti fiscali salirà da 700mila euro a 1 milione. Soglia che verrà ulteriormente elevata a 2 milioni nel caso di società con bilanci certificati e a 4 milioni nel caso di società quotate. "Le notizie diffuse in formato di bozza dalle agenzie di stampa relative al contenuto del dl Fare 2 sono del tutto infondate - ha subito avvertito De Vincenti - non esiste infatti alcuna bozza". Il dicastero dello Sviluppo economico starebbe lavorando su diverse ipotesi, con una istruttoria approfondita che deve ancora trovare una adeguata sintesi. "La diffusione, senza alcuna verifica preventiva di pretese informazioni - conclude il sottosegretario - genera soltanto inutile confusione".
Tra le misure al vaglio del ministero guidato da Flavio Zanonato ci sarebbero diversi provvedimenti per rilanciare le imprese e, in particolar modo, le pmi. I canali di finanziamento per le piccole e medie imprese, verranno agevolati sotto il profilo fiscale attraverso l'eliminazione di alcuni "balzelli" (così definiti nella sintesi dell’articolo 8 della bozza) legati all’accensione di garanzie di varia natura sui contratti di finanziamento a medio e lungo termine, "nonché l’applicazione della ritenuta del 20% sugli interessi e altri proventi corrisposti ai fondi mobiliari chiusi". Non solo. Le pmi che inseriranno in azienda "una figura professionale con almeno un anno di esperienza lavorativa nel campo del commercio internazionale" riceveranno incentivi che arriveranno sotto forma di credito d’imposta del 35% del costo aziendale annuo sostenuto per un periodo non superiore a 36 mesi anche non consecutivi. Per favorire la digitalizzazione e l’ammodernamento tecnologico, le pmi potranno accedere a finanziamenti a fondo perduto tramite voucher di 10mila euro, che saranno stanziati nell’ambito dei fondi strutturali europei, per l’acquisto di software, hardware o per la connessione a banda larga o ultralarga. E ancora: in base al decreto "Fare 2" le imprese potranno, inoltre, costituire "un privilegio speciale sui beni mobili destinati all’esercizio dell’attività di impresa, attualmente previsto solo per i crediti bancari, anche a garanzia dei titoli obbligazionari, al fine di favorire l’accesso al mercato finanziario da parte delle pmi".
La bozza del decreto mette un pezza a un pasticcio fatto in parlamento dal Movimento 5 Stelle. Introducendo in sostituzione un sistema di sanzioni
amministrative, il decreto punta, infatti, ad abolire la norma che prevede la nullità dei contratti di vendita, trasferimento a titolo gratuito o locazione di immobili ai quali non sia allegato l’attestato di prestazione energetica.
Arriva l’anagrafe dei benzinai.
I distributori dovranno comunicare i propri dati per dimostrare il rispetto delle norme di sicurezza. Chi non le rispetta chiuderà. L’obiettivo è di giungere, nel giro di un paio d'anni, alla chiusura di 5mila impianti inefficienti, aumentando la concorrenza e azzerando il gap di prezzo con l’Unione europea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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