Il governo continua la propria battaglia sull'uso del contate e nel prossimo decreto agosto potrebbe spuntare una nuova misura per incentivare i pagamenti elettronici. Si tratta del bonus Pos, una misure che, nell'intento dell'esecutivo, dovrebbe incentivare i consumi di circa 2 miliardi (anche se l'obbiettivo sono 3 miliardi) attraverso agevolazioni sui pagamenti fino ai 5mila euro.
Il bonus, oltre che nei bar e nei ristoranti, dovrebbe riguardare i consumi anche sul settore dell'abbigliamento e degli elettrodomestici, tra quelli maggiormente colpiti dal lockdown degli scorsi mesi. Ci sono, però, ancora numerosi aspetti da chiarire e da mettere a sistema, a partire dalla platea di coloro i quali potranno accedere a questo forma di agevolazione, con il governo che punta a concentrarsi sulla fascia della popolazione con reddito medio e basso (per cui l'esecutivo starebbe pensato anche ad una riapertura dei termini di richiesta del reddito di emergenza).
Inoltre, resterebbe da stabilire anche il meccanismo dello sconto, con l'incertezza che si possa trattare di una nuova card o direttamente attraverso i rimborsi nei confronti dei contribuenti. L'esecutivo punta sul fatto che, negli scorsi mesi, a causa del lockdown, i consumatori si sono abituati alla formula di pagamento on line, modalità di transazione che permettono un maggiore controllo per il contrasto all'evasione fiscale. Quindi il bonus Pos entrerebbe, nei fatti, tra le misure anti-evasione che ha già avuto una forte accellerazione nelle scorse settimana, come riportato in un articolo de Ilgiornale.it, a seguito l'entrata in vigore, il primo luglio scorso, il tetto di 2mila euro per le transazioni fisiche - destinato a scendere a mille euro nel 2020 - che ha provocato forti critiche da parte delle associazioni degli esercenti.
Per questa categoria il decreto fiscale 2020 ha istituito un credito d'imposta pari al 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate con carta di credito, di debito o prepagate ma per poter usufruire del credito non si dovrà aver conseguito ricavi e compensi per un importo superiore i 400mila euro.
Gli esercenti non dovranno fare nulla perché il controllo è a monte e sarà la banca a Banca, provvedere alla segnalazione entro il ventesimo giorno successivo al periodo di riferimento, a comunicare
all’Agenzia delle Entrate l’elenco delle transazioni e delle commissioni percepite. In seguito sarà fornita una compensazione mediante modello F24 ma nell’utilizzare il credito d’imposta si dovrà fare molta attenzione perché:- in caso di credito “non spettante” la sanzione è pari al 30% dell’importo del credito erroneamente utilizzato.
- in caso di credito “non esistente” la sanzione applicabile è tra 100% e il 200% del credito utilizzato e non è ammesso il ravvedimento operoso.
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