Col tetto c'è il ricalcolo delle bollette: cosa accadrà

Una differenza di calcolo che, teoricamente, potrebbe incidere sui prezzi fino al 40%

Col tetto c'è il ricalcolo delle bollette: cosa accadrà

All'interno del Decreto energia, approvato nella serata di ieri alla Camera dei deputati con 323 voti a favore e 49 contrari, vengono stabilite le nuove regole in base alle quali l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) potrà fissare le tariffe da addebitare nelle bollette dei contribuenti. La norma prevede la creazione di uno specifico sistema finalizzato a contrastare ogni genere di speculazione, così da ridurre, questo almeno nelle intenzioni dell'esecutivo, l'impatto dei rincari sui conti degli italiani.

Stando a quanto determinato nel provvedimento, Arera"dovrà determinare le tariffe di luce e gas tenendo conto anche del reale costo di approvvigionamento della materia prima", spiega all'Agi il capogruppo del M5S alla Camera Davide Crippa. "Ciò significa", prosegue,"che Arera può introdurre una sorta di 'price cap' nazionale al gas indicizzando le tariffe ai reali prezzi di importazione". Una differenza che potrebbe incidere fino al 40%, specie considerando il fatto che il gas al Ttf (ovvero al Title transfer facility, punto di scambio virtuale per il gas naturale nei Paesi Bassi ) viene valutato intorno ai 100 euro a megawattora mentre agli importatori costa solo 60 euro. Basta fare riferimento ai dati trasmessi ancora all'inizio di marzo dall'Agenzia delle accise, delle dogane e dei monopoli per comprendere il divario: il metano importato nel nostro Paese costava allora 0,60 euro a metro cubo, mentre nei "contratti forward" alla borsa di Amsterdam saliva fino a 1,60 euro. "Da mesi segnaliamo la necessità di mettere un tetto al costo dell'energia", puntualizza Crippa, e "di arrivare a un prezzo ancorato ai contratti reali e non al Ttf olandese, un indice finanziario e oggetto di speculazioni che ormai non risponde più alla realtà".

Il nuovo sistema è definito nell'articolo 18-bis del sopra menzionato Decreto, e istituisce in realtà "il rinvio al reale costo di approvvigionamento delle materie prime oltre che all'andamento di mercato tra i parametri in relazione ai quali l’Autorità stabilisce e aggiorna le tariffe". In sostanza non si tratta di un vero e proprio "price cap", come richiesto esplicitamente dall'Italia all'Ue, ma di un sistema di contrasto contro eventuali ed eccessive speculazioni.

Speculazioni sul prezzo di gas e carburanti che, peraltro, sono tuttora sotto la lente d'ingrandimento di Arera, del Garante per la sorveglianza dei prezzi (Mr Prezzi) e dell'Antitrust.

Dopo aver ricevuto i contratti relativi all'importazione di gas lo scorso 6 aprile, stando a quanto riferito dal presidente Stefano Besseghini, Arera ha "dato inizio ad un’approfondita analisi, con l’obiettivo di valutare, tra l’altro, alla luce dell’attuale situazione di crisi, il reale costo, storico e prospettico, per il sistema Paese, delle importazioni di gas naturale".

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