Ecco le 4 mosse di Draghi per cambiare tasse e Fisco

Il premier studia una riforma che potrebbe cambiare il peso fiscale sui redditi sotto i 50mila euro. Ma ci sono altre novità all'orizzonte

Ecco le 4 mosse di Draghi per cambiare tasse e Fisco

Tra le prime voci in agenda nel programma fiscale del nuovo governo presieduto da Mario Draghi potrebbero esserci quelle relative a tasse e debiti. La riforma pare essere alle porte, ed in essa si dovrà obbligatoriamente tener conto di quelle decine di milioni di cartelle esattoriali che sono pronte a partire per raggiungere i contribuenti italiani.

Bisognerà chiaramente attendere delle indicazioni più precise in merito alla questione, anche se è possibile riuscire ad intuire qualcosa che potrebbe esser sviluppato dall'ex governatore della Banca centrale europea sulla base di alcune anticipazioni fatte ai rappresentanti di partito coi quali ha colloquiato prima di salire al colle e ricevere l'approvazione del capo dello Stato Sergio Mattarella. Si tratterebbe di quattro fronti sui cui il premier ha intenzione di intervenire.


I 4 fronti su cui intervenire

Si tratterebbe innanzi tutto di una riduzione del cuneo fiscale basata, secondo quanto dichiarato da numerosi leader politici, sul criterio della "progressività": in sostanza dovrebbe pagare di più chi guadagna di più. Strettamente associata a tale riforma dovrebbe essere la riduzione degli oneri fiscali per coloro che registrano redditi annuali inferiori ai 40-50 mila euro ed una manovra economica finalizzata a favorire gli investimenti di aziende ed industrie. Attualmente le tasse sul lavoro nel nostro paese sono tra le più alte in europa (Italia al terzo posto): il calcolo, effettuato dalle commissioni finanze di camera e senato riguarda complessivamente 30 stati.

Altra voce che sarà presa in esame è quella relativa ai bonus (al momento si parla di circa 600 agevolazioni esistenti): il governo dovrebbe puntare ad una semplificazione, anche per ridurre le problematiche in essere nell'elaborazione dei 730 precompilati proprio a causa dei numerosissimi bonus.

Niente flat tax, invece, quando si parla di partite Iva. Draghi sembrerebbe più propenso ad intervenire nel sistema fiscale dei lavoratori autonomi (circa un milione e mezzo di contribuenti) con una rivalutazione.

Infine le incognite del settore immobiliare. Ancora sconosciuta, come ricorda anche laleggepertutti.it, la posizione del premier circa la questione blocco degli sfratti (ancora in essere), quella dei contributi da riconoscere ai proprietari di immobili che decidono di ridurre i canoni di affitto e l'eventuale applicazione a tutto lo Stivale della cedolare al 10% sugli affitti abitativi calmierati. Qualche preoccupazione nei contribuenti è sorta dopo le lamentele di BankItalia che chiede a gran voce di reintrodurre alcune imposte sulla casa: la speranza è quella che non si profili all'orizzonte, come tanti hanno profetizzato, una nuova batosta.

Le parole di Confcommercio

"Riteniamo utile e importante una semplificazione e razionalizzazione delle norme", hanno spiegato i rappresentanti di Confcommercio alla commissione finanze della Camera nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla riforma dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e altri aspetti del sistema tributario, come riportato da Italpress."C'è l'esigenza di rendere più semplice ed equo il sistema fiscale italiano, è un dibattito avviato da anni ma con la pandemia è diventata una esigenza è indifferibile. L'attuale sistema fiscale italiano ha finito per generale nel tempo un'alta pressione e un sistema normativo farraginoso e complesso, tale situazione ha finito per agevolare l'evasione, serve un punto d'equilibrio tra equità del prelievo ed emersione della base imponibile. È necessario", hanno aggiunt i rappresentanti di Confcommercio, "un abbassamento della pressione fiscale soprattutto sui redditi medio-bassi, è opportuno avviare una razionalizzazione del prelievo, una progressiva revisione delle agevolazioni fiscali e una generale semplificazione del sistema. La semplificazione deve essere in grado di favorire il dialogo anche in forma digitale rispetto a un sistema caratterizzato da una moltiplicazione degli adempimenti", hanno dichiarato in conclusione. "Per noi gli interventi necessari riguardano il recupero della progressività d'imposta, eliminazione di fattori distorsivi dell'imposta, maggiore trasparenza delle regole di determinazione dell'imposta".

Il vicepresidente vicario ha invece preso in esame la grana Irpef.

"La riforma dell'Irpef dovrà essere finalizzata alla riduzione della tassazione sui redditi da lavoro da intendere nell'accezione più ampia - sia dipendente, sia autonomo, sia d'impresa - in particolare per i contribuenti con reddito basso e medio-basso, in modo da aumentare il tasso di occupazione, ridurre il lavoro sommerso ed incentivare l'iniziativa privata", ha dichiarato infatti Lino Stoppani, come riferisce Agi. Per le imprese più solide e strutturate si chiede invece la "la reintroduzione dell'Iri, l'imposta sul reddito d'impresa", ha aggiunto.

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