Gli occhi del governo sono puntati sui risparmi che riposano sui conti correnti degli italiani. Era stato lo stesso premier, Giuseppe Conte, a lasciarsi sfuggire una frase piuttosto sibillina qualche mese fa nel corso di una conferenza stampa. Il premier aveva infatti acceso i riflettori sulla grande propensione al risparmio privato degli italiani. Parole che sono cadute nel vuoto ma che adesso, alla luce dell'emendamento presentato da Pd e Leu che di fatto mira a introdurre una patrimoniale, quelle stesse parole cominciano ad avere un sapore diverso. Da qualche settimana infatti vengono snocciolati dati e cifre sulla propensione al risparmio. Si leggono su tutti i giornali e vengono citati anche nei servizi dei tg. Da un lato apparentemente si tratta di una notizia "fisiologica": con la crisi Covid e le attività chiuse è abbastanza normale che si impenni la riserva in banca degli italiani che non spendono. Ma dall'altro lato queste cifre rappresentano spesso una sorta di invito a nozze per un governo, quello giallorosso, che incredibilmente con una parte della sua maggioranza sta tentando di mettere le mani sui conti degli italiani.
A certificare l'enorme bacino di risparmio privato cresciuto in questi mesi nelle tasche degli italiani è l'Abi che segnala un incremento dell'8 per cento su base annua. I soldi parcheggiati sono lievitati a 1.682 miliardi di euro con un aumento di 125 miliardi. Cifre record con un effetto pratico: i risparmi si apprestano a superare il valore del Pil registrato a fine 2019 che ammontava a 1.787 miliardi di euro. Il prodotto interno lordo infatti si aprresta ad entrare in una spirale negativa dovuta ad una forte contrazione della domanda. Di fatto gli italiani non spendono e probabilmente attendono la fine della pandemia per riaprire il portafoglio. I soldi tenuti a risposo sul conto però potrebbero logorarsi con l'inflazione che andrebbe a mettere seriamente in discussione il valore effettivo del bottino sul conto.
Ma è in questo contesto che va letta la mossa di Pd e Leu. L'emendamento della discordia è davvero subdolo. Da un lato chiede l'abolizione di Imu e imposta di bollo sui conti, ma dall'altro introduce una tassazione progressiva che ha il sapore della patrimoniale. I pentastellati con Di Maio hanno provato a dissociarsi dall'iniziativa dei kompagni di governo: "È frutto di una iniziativa individuale dei parlamentari. Ok liberare gli italiani delle piccole tasse, dei cavilli e della burocrazia, ma nessuna patrimoniale", ha affermato il ministro degli Esteri. Ma in realtà dalle parti del governo l'ipotesi di un prelievo si fa sempre più strada. E dunque proviamo a capire a quanto potrebbe ammontare questo salasso che mette a rischio i conti correnti di milioni di italiani. L'aliquota progressiva prevede un prelievo dello 0,2 per cento per tutti i patrimoni che vanno da 500mila euro a un milione di euro. Ma attenzione: nel conteggio del patrimonio non ci sono solo i risparmi ma anche i beni immobili. L'aliquota poi sale sempre di più con l'aumento del patrimonio: 0,5 per cento per la fascia che va da un milione di euro a 5 milioni di euro. Fino a toccare l'1 per cento tra i 5 e i 50 milioni di euro e il 2 per cento per i patrimoni ancora più alti. Insomma c'è poco da stare tranquilli. Solo l'intervento del centrodestra ha smascherato il piano segreto della sinistra che ancora una volta prova a mettere le mani sui risparmi omaggiando la ricetta messa in campo da Giuliano Amato nel 1992.
Intanto, garzie alle proteste delle opposizioni, nella mattinata di oggi è stato bocciato per mancanze di coperture l'emedamento di Leu e Pd sulla patrimoniale. Per questa volta lo scippo non è passato. Ma il rischio che possa tornare a breve è dietro l'angolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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