Volkswagen riparte sotto la guida di Oliver Blume che resta, per decisione degli azionisti, anche a capo della controllata Porsche, tra l'altro alle prese con quella che si preannuncia come una delle più grandi quotazioni in Borsa nella storia europea con valutazioni comprese tra 60 e 85 miliardi.
Blume, che è subentrato a Herbert Diess («ho avuto l'opportunità di guidare l'azienda attraverso acque parzialmente agitate, ma con una direzione chiara: dare forma alla mobilità per le generazioni a venire», uno dei passaggi con cui ha salutato i collaboratori e passato il testimone), al suo primo giorno al vertice del gruppo ha subito fatto capire la strada che intende percorrere, a partire da una forte riorganizzazione del management. Le divisioni centrali come Finanza, Risorse umane, Truck & Bus, Integrità e Affari legali, It, Tecnologia e Cina continueranno a essere rappresentate nel Cda insieme ai gruppi di marchi Volume, Premium, Sport & Lusso. Le aree di responsabilità Vendite, Acquisti, Produzione, Ricerca e Sviluppo saranno invece riunite in un Comitato esecutivo esteso. I membri del Cda scendono così da 12 a 9 e a uscire dal board, con Diess, sono altri due ex Bmw. Blume, inoltre, si concentrerà su strategia, qualità, design e sulla sussidiaria software Cariad.
Rispetto al predecessore Diess, il nuovo ad di Wolfsburg viene ritenuto più in sintonia con le famiglie Porsche e Piëch, i grandi azionisti che non vedono di buon occhio fughe in avanti da parte del capo operativo del colosso tedesco. Resta poi da vedere se Blume sarà un purista dell'elettrificazione, tanto quanto Diess, che si è concentrato esclusivamente sui veicoli elettrici, oppure - come avrebbe già fatto capire - di voler dare spazio anche ai carburanti sintetici, da affiancare alla strategia della spina, che ha sempre considerato interessanti. Fin qui le ultime da Wolfsburg.
In Italia, intanto, dopo 13 cali consecutivi le immatricolazioni di auto ritrovano, in agosto, il segno positivo (+9,9%). Ma, come rileva Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor), «la prognosi è sempre riservata» (-18,4% nei primi 8 mesi). «La guarigione - spiega l'osservatore - ancora non si intravede. Tutti i fattori che hanno prodotto la crisi della domanda e quella dell'offerta restano operativi e una nuova minaccia incombe: si profila, infatti, la possibilità di aumenti significativi dei listini legati all'impatto della crisi energetica sui costi di produzione». A determinare il +9,9% di agosto, secondo Adolfo De Stefani Cosentino (Federauto), è stato il notevole contributo dell'inflottamento nel noleggio a lungo termine (+65,3%) di alcuni operatori, male invece i privati (-8,4%)
E nonostante la recente ulteriore spinta del governo sugli ecoincentivi, continua la frenata
delle auto elettriche (-29,5%) e delle ibride ricaricabili (-20,6% il mese scorso), mentre le ibride senza la spina e le vetture a benzina sono in forte aumento. I costruttori: nel mese, Stellantis +16,9% (-22,9% da gennaio).
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