Tornata di assemblee molto importanti per il gruppo Elkann-Agnelli. Dopo l'assise della holding Exor, svoltasi ieri, il 26 giugno toccherà a Fca. Ma il presidente del Lingotto e di Exor, John Elkann (confermato al vertice della holding), guarderà con interesse anche all'assemblea di Groupe Psa, prossimi partner di Torino, in programma il 25 giugno. C'è molta carne al fuoco, soprattutto per il prestito da 6,3 miliardi con garanzia pubblica chiesto da Fca Italy. Nel mirino, ora, c'è l'extra dividendo da 5,5 miliardi da distribuire al closing delle nozze Fca-Psa. In proposito, il governo starebbe valutando di aggiungere, a carico di Fca, un'ulteriore condizione per ottenere il finanziamento: posticipare la maxi-cedola alla fine del 2021, quindi a nozze con Psa avviate.
Scontate le richieste di chiarimento a Elkann, il quale non sembra mettere in discussione la distribuzione dei 5,5 miliardi. E su un possibile impatto, relativo alla maxi-cedola, derivato dalla richiesta del finanziamento, il presidente di Exor e Fca sottolinea che «esiste un accordo molto chiaro per la fusione paritaria con Psa e su questo sono impegnate le parti». Elkann ha quindi ribadito che «i termini dell'intesa non sono cambiati» e che «il prestito è legato al settore automotive dell'Italia, Paese dove abbiamo una grande presenza», anche «se è in Nord America dove la nostra presenza è maggiore». Il finanziamento garantito, inoltre, «servirà a garantire liquidità in questo periodo».
Gli analisti di Equita non vedono «problemi per l'erogazione della maxi cedola, mentre potrebbero esserci modifiche ad hoc nella distribuzione». «In ogni caso - aggiungono - nessuno ne starebbe chiedendo il divieto (l'accordo è stato siglato prima dell'entrata in vigore della legge sui finanziamenti garantiti introdotta ad aprile), ma solo un allungamento dei tempi per distribuirlo».
«Con Psa - ha rassicurato Elkann - tutto procede secondo piani e tempi previsti. La ragione strategica di questa combinazione tra le due società è più forte che mai».
Quindi, il punto sulla Fase 2 seguita al lockdown causato dalla pandemia da Covid-19. «Exor - così Elkann - ribadisce la sua fiducia sul futuro dell'intero settore auto che dalla rivoluzione coronavirus potrebbe uscire, se si sfruttano le opportunità che si vanno aprendo, più forte di prima».
«L'emergenza sanitaria - il punto di vista del presidente - non ha certo reso le cose più facili per l'industria dell'auto, ma forse ne ha reso alcune più chiare. Siamo all'inizio di una nuova era di innovazione in questo settore, dovuto alla tripla rivoluzione dell'auto connessa, pulita e autonoma: le imprese e i Paesi che agiranno con più decisione per cogliere le opportunità di questa rivoluzione saranno quelle che avranno successo».
Guardando a Exor e alle sue partecipate, Elkann ha ricordato come «in anni e generazioni abbiamo attraversato molte crisi, tutte diverse, e ne siamo sempre usciti più forti, proprio grazie a queste esperienze». Confermato anche che PartnerRe (riassicurazioni) non sarà ceduta, mentre per Gedi «i cambi ai vertici sono funzionali a guidare la trasformazione del gruppo editoriale». Exor, intanto, continua a sondare il mercato.
«Avevamo a disposizione 1,9 miliardi e dopo le operazioni Gedi e Via ce ne restano 1,5», ha precisato il presidente. Sotto osservazione i settori viaggi e accoglienza. L'assemblea ha quindi approvato il bilancio 2019 e la distribuzione di una cedola di 0,43 euro per azione.
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