Electolux di nuovo in agitazione. Il coordinamento delle Rsu ha rigettato il piano di tagli previsto dall’azienda per gli stabilimenti italiani. "Abbiamo bisogno del tavolo ministeriale per cominciare a discutere - ha commentato Maurizio Geron, della Fim Cisl - ma tutti, Regioni e governo, devono metterci qualcosa. Non devono essere solo i lavoratori che hanno già dato, fin troppo".
I sindacati metalmeccanici di Fim, Fiom e Uilm hanno rigettato "completamente" il piano avanzato da Electrolux per mantenere la produzione in Italia. "Non è pensabile alcuna operazione di Electrolux che contempli la chiusura di uno qualsiasi, non solo Porcia, degli stabilimenti in Italia", ha commentato Geron secondo il quale, "anche una sola chiusura", metterebbe "in discussione la presenza degli altri stabilimenti". I sindacati, che oggi si sono riuniti a Mestre, vogliono capire che cosa sono disposte a mettere concretamente, al di là della disponibilità, le Regioni nei cui territori si trovano le fabbriche di Electrolux, e allo stesso modo qual è il contributo del governo. "Per questo - ha aggiunto il coordinatore nella vertenza per Fim-Cisl - abbiamo bisogno del tavolo ministeriale per cominciare a discutere". I sindacati non sono disposti a accettare tagli occupazionali o del salario: "Questa è la nostra pregiudiziale". Il ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha subito assicurato che il dialogo deve restare aperto in modo da "fare passi avanti che consentano, da un lato, il rilancio dell’operatività dell’azienda nel nostro Paese, dall’altro, la salvaguardia dei posti di lavoro".
Anche la Commissione europea è entrata nel dibattito sulla vertenza Electrolux. Se da una parte ha dimostrato viva preoccupazione per i possibili esuberi, dall'altra ha ricordato che le imprese sono libere di spostare la produzione dove ritengono sia più vantaggioso.
In una intervista all'Agi Jonathan Todd, portavoce del commissario Ue agli affari social Lazslo Andor, ha spiegato che la Commissione non si oppone in principio ai trasferimenti degli stabilimenti di produzione: "Le aziende dovrebbero essere libere di scegliere i luoghi di produzione in base ai loro specifici modelli economici e all’evoluzione delle condizioni di mercato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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