Un asse italo-francese tra Fca e Renault sembra prendere sempre più corpo. Se ne parla da più di un mese dopo le prime indiscrezioni riportate dal Financial Times, che ancora ieri, in serata, è tornato sull'argomento in modo molto più circostanziato. Dal Lingotto non ci sono commenti, ma la sensazione è che un negoziato sia in corso e anche in fase avanzata.
Il quotidiano della City, come aveva fatto anche alla fine di marzo, parla di un accordo che, in futuro, consentirebbe al gruppo guidato da Mike Manley di tradursi in un ingresso nell'alleanza a tre fra Renault, Nissan e Mitsubishi. Ma per ora, sottolinea il Ft, non è dato sapere quanto sia coinvolta Nissan nei colloqui tra Parigi e Torino-Detroit.
Sia l'ad Manley sia il presidente del Lingotto, John Elkann, non hanno mai negato negli ultimi mesi di essere pronti ad avviare colloqui con altri costruttori. Ecco allora emergere il corteggiamento da parte del numero uno di Groupe Psa, Carlos Tavares, che su Fca aveva e continua a fare più di un pensierino. Ma a spuntare è poi Renault, reduce da una rivoluzione ai vertici dopo i guai giudiziari in cui è incappato il suo ex presidente Carlos Ghosn. Tra l'altro, tra Fca e il gruppo della Losanga, esiste già un'intesa basata su Talento, furgone prodotto da Fiat Professional dal 2016 e sviluppato, in virtù di un accordo, con i francesi. E lo stesso vale per Groupe Psa, con cui Fca realizza veicoli commerciali nella fabbrica italiana di Atessa (Chieti).
Fca e Renault punterebbero a stringere legami molto stretti. Obiettivo comune di Manley e dell'ad francese Thierry Bolloré sarebbe quello di unire le forze per affrontare le sfide strutturali che l'industria automobilistica globale deve affrontare in questa fase, tra motori elettrificati e investimenti sulle tecnologie legate alla guida autonoma.
Secondo le fonti interpellate dal Financial Times, un eventuale ingresso di Fca nell'alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, «implicherebbe la conquista della Nissan giapponese», un percorso piuttosto complicato per il quale, comunque, il nuovo capo dell'Alleanza, Jean-Dominique Senard, sta lavorando da quando ha preso il posto di Ghosn nel ruolo. Tra Renault e Nissan c'è un incrocio di partecipazioni: Parigi detiene il 43,4% di Tokio, mentre i giapponesi hanno il 15% della Casa l'Oltralpe, nel cui azionariato figura, con il 15%, anche l'Eliseo. Tra i due alleati, comunque, la situazione resta tesa: Renault punta infatti alla fusione, proposta che Tokio ha respinto più volte al mittente. Anche l'ad di Nissan, Hiroto Saikawa, secondo alcuni il grande regista del defenestramento di Ghosn, non sarebbe più visto di buon occhio da Parigi. Renault è, inoltre, preoccupata del momento difficile degli alleati dopo il recente profit warning lanciato da Nissan, in passato locomotiva dell'asse franco-nipponico, e il forte calo delle vendite segnato a marzo. Parallelamente a tutto questo, dunque, è in corso il negoziato «in fase avanzata» con Fca, in attesa che Parigi e Tokio trovino un punto d'incontro.
Il Ft osserva, infine, che «se Fca dovesse entrare nell'Alleanza a tre, la bilancia del potere si sposterebbe ulteriormente dal Giappone, portando al tavolo il presidente Elkann».L'ipotetico nuovo gruppo avrebbe il primato delle vendite mondiali (15,6 milioni di auto), a scapito del colosso tedesco Volkswagen (10,8 milioni).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.