Che sia una guerra in atto fra miliardari, con il guru di Tesla Elon Musk che manda al fronte i piccoli ma numerosissimi trader online contro gli hedge fund, importa relativamente: ciò che più conta è che il caso Gamestop, con gli ex maestri dello «scoperto» di Wall Street finiti in mutande in quella che appare una sorta di legge del contrappasso, crea un serio problema alla Federal Reserve. La bolla, gonfiata dalla politica monetaria lasca della banca centrale Usa e dai piani di sostegno governativi come e più che ai tempi della Tech Bubble, rischia di scoppiare e di travolgere un mercato dove molti valori sono ormai da tempo totalmente disconnessi dai fondamentali. Ne sono la plastica rappresentazione i recenti prezzi in Borsa di una catena di videogiochi, Gamestop appunto, che non produce un cent di profitti dal 2018, è stata costretta a chiudere 200 punti vendita ed è sull'orlo del fallimento.
Così, senza reticenze, Bank of America avverte che una «correzione si avvicina», consiglia di portare a casa i profitti e mettersi sulla difensiva; Morgan Stanley e Goldman Sachs sottolineano «l'eccessivo ottimismo» degli investitori. E se i ritardi del piano vaccinale sono stati ieri la causa dei rovesci nelle Borse europee (-1,47% Milano, -1,16% lo Stoxx600), le banche d'affari a stelle e strisce mettono in guardia da un pericolo ancora maggiore: l'evoluzione di un ceppo virale resistente al vaccino che richiederebbe un nuovo antidoto. Con il risultato di annichilire le previsioni di ripresa.
Timori che s'incrociano con la fragilità dimostrata anche ieri da fondi speculativi come Melvin Capital e Citron, costretti a capitolare coprendo le posizioni «short» - con enormi perdite - di fronte all'ulteriore balzo, fino a 385 dollari, di Gamestop. Una «falla» tappata con la vendita di altri titoli, ma che ha provocato una catena di ribassi in altri segmenti del mercato che ha piegato Wall Street (-1,7% a un'ora dalla chiusura). Nella comunità finanziaria siamo al Defcon 3, allarme giallo: le posizioni «corte» sul mercato sarebbero infatti ancora numerose. Altri guai in vista. La prossima vittima potrebbe essere Maplelane Capital, per cui c'è già chi prospetta una liquidazione in assenza di un salvataggio. Anche perché coprire le posizioni è complicato: chi ha le azioni, non le presta. Il gioco sta diventando pericoloso. L'indice Russell che raggruppa le 3mila azioni più «shortate» dell'universo small cap ha più che triplicato il proprio valore in sole tre sedute, mentre l'indice della paura Vix è salito sopra quota 28, il livello più alto da tre settimane. C'è chi fiuta il pericolo: la società di intermediazione TD Ameritrade ha disposto ieri diverse restrizioni sulle transazioni di Gamestop, Amc Entertainment e altri titoli. Eppure, non un fiato dalla Sec (la Consob Usa), nè da Jerome Powell. Al termine della riunione di ieri, la Fed ha licenziato un comunicato che ricalca quello di dicembre, salvo un accenno preoccupato sulla recrudescenza della pandemia che ha «temporaneamente» mandato in stallo la ripresa. Confermati tassi (a 0-0,25%) e aiuti, senza nessun accenno al tapering, la riduzione graduale del piano di acquisto titoli. Nella conferenza stampa successiva al vertice, a una domanda sul balzo di Gamestop, Powell ha risposto di «non voler commentare una particolare azienda o l'attività di mercato del giorno». Ma il problema, alla Fed, rimane.
Anche se strappare un altro mandato (il suo va in scadenza fra un anno) ora che al Tesoro c'è Janet Yellen, con cui condivide l'identica visione di un'economia perennemente sussidiata (a suon di debiti) e di un mondo finanziario gonfiato a colpi di anabolizzanti monetari, è forse al momento la preoccupazione principale di Powell.
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