Laura Verlicchi
Alla Fiera del nord-est per sfidare la Germania. Si chiama Italian Exibition Group la società nata dalle nozze tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza e punta ad entrare tra i grandi d'Europa: «Oggi l'unica italiana presente tra i primi undici player del settore è la Fiera di Milano dichiara il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi - e a dominare sono i colossi tedeschi. Ma ora è nato un nuovo soggetto col fisico per stare sul mercato internazionale». Primo esempio in Italia di integrazione tra società fieristiche, Ieg ha in portafoglio 61 manifestazioni, al 90% di proprietà, dalla gioielleria- vanto del capoluogo veneto al turismo, all'alimentare e all'ecologia, specialità riminesi: 160 tra eventi e congressi organizzati nelle due sedi, 270 i dipendenti. Rilevanti anche i dati finanziari: il fatturato complessivo tocca i 119 milioni, con ebitda al 19%, pari a 22,1 milioni, ed ebit all'11%, a quota 13,6 milioni; 100 milioni di euro il patrimonio netto.
«Questa è la fotografia di oggi, a bocce ferme - commenta Lorenzo Cagnoni, presidente della Fiera di Rimini ed ora presidente di Ieg ma le bocce si muoveranno, eccome. Ci aspettiamo un aumento del fatturato già il prossimo anno: e nella primavera del 2018 puntiamo alla quotazione in Borsa».
In vista ci sono anche investimenti, sia per valorizzare i due quartieri fieristici sia per rinforzare il portafoglio delle manifestazioni: «Saremo ambasciatori - afferma Matteo Marzotto, presidente della Fiera di Vicenza e ora vicepresidente del nuovo gruppo- del Bello e Ben
fatto italiano nel mondo».E non è un modo di dire: le fiere sono il principale strumento di comunicazione per il 75% delle imprese italiane e addirittura per l'88% se guardiamo alle Pmi, zoccolo duro del made in Italy.
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