La Corte di Giustizia europea va contro la Commissione Ue e annulla la condanna inflitta a Fiat Chrysler Finance Europe (oggi del Gruppo Stellantis) per le mini-tasse in Lussemburgo.
Una sentenza storica alle luce della dura battaglia che l'Europa sta portando avanti da tempo contro il fisco creativo a favore delle multinazionali, in particolare quelle americane.
La vicenda, in questo caso riguardante una società italiana, risale a qualche anno fa, quando, la Commissione Ue chiese al Granducato di recuperare dal gruppo automobilistico l'aiuto, ritenuto illegittimo e incompatibile con il mercato unico, ricevuto attraverso il meccanismo di tax ruling. Circa 30 milioni di sconti fiscali. Era il 2012 quando le autorità tributarie lussemburghesi avevano adottato un accordo fiscale con la casa auto per farle pagare meno tasse. In parallelo, Fca aveva spostato la sede amministrativa in Olanda, con una sussidiaria, Fiat Chrysler Finance Europe, proprio in Lussemburgo.
Nell'ottobre 2015, la Commissione stabilì che si trattava di un aiuto di Stato incompatibile con il mercato interno; di qui l'ordine di recuperare da Fiat il vantaggio fiscale di cui aveva usufruito. Piccato, l'allora ad del gruppo Sergio Marchionne dal Salone dell'Auto di Parigi aveva definito la vicenda una cavolata.
Oggi, a più di dieci anni di distanza, i giudici hanno rivisto la questione dopo, che nel dicembre 2021, l'avvocato generale della Corte di giustizia Ue, Pritt Pikamae, aveva chiesto di invalidare la decisione.
Un ribaltamento di fronte che ha spinto la commissaria europea per la Concorrenza Margrethe Vestager, all'epoca a capo dell'Antitrust europeo quando la Commissione Juncker promosse l'azione contro Fca, a definire la decisione una grave sconfitta per l'equità fiscale. Di fatto, i giudici di Lussemburgo hanno ritenuto che - poiché al di fuori dei settori in cui il diritto tributario dell'Unione è oggetto di armonizzazione - spetta allo Stato membro interessato determinare, attraverso l'esercizio delle proprie competenze in materia di imposte dirette e nel rispetto della propria autonomia fiscale, le caratteristiche costitutive dell'imposta.
Quello di oggi è ultimo grado di giudizio, non sono previsti ricorsi. Fca e il Granducato hanno definitivamente vinto sulla Commissione Ue mettendo a sego un precedente che ora avrà effetti a cascata. Anche se la decisione della Commissione è stata annullata, la sentenza fornisce importanti indicazioni sull'applicazione delle norme dell'Ue sugli aiuti di Stato in materia fiscale. Ora studieremo la sentenza e le sue implicazioni. E comunque ci impegniamo a continuare a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per garantire che la concorrenza leale non venga distorta nel mercato unico attraverso la concessione da parte degli Stati membri di agevolazioni fiscali illegali alle società multinazionali, ha commentato Vestager incassando, su questo fronte, l'ennesima sconfitta.
Nel 2019, il Tribunale dell'Unione europea aveva già annullato la decisione della Commissione europea di ritenere illegittimo aiuto di stato l'accordo fiscale concesso dal governo olandese a Starbucks, la catena di caffè americana Secondo il tribunale, la Commissione europea è stata incapace di dimostrare l'esistenza di un vantaggio a favore di Starbucks.
L'ultima doccia fredda era arrivata,
infine, a maggio del 2021 su un altro tax ruling (da 250 milioni di euro), a favore di Amazon, e ancora una volta sul campo del Lussemburgo, da sempre al centro delle polemiche per il suo regime fiscale che attira le major.
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