La tempesta del Fisco: ecco cosa ci aspetta

Da maggio ripartirà la macchina della riscossione ora ferma causa emergenza sanitaria. Un mese per mettersi in regola

La tempesta del Fisco: ecco cosa ci aspetta

La quiete prima della tempesta. Ancora pochi giorni di stop e poi la macchina della riscossione tornerà ad essere pienamente operativa. Dal prossimo 1 maggio, infatti, ripartiranno notifiche, pagamenti e pignoramenti finora sospesi causa emergenza sanitaria. E sugli italiani, già duramente colpiti dalla crisi economica provocata dalla pandemia e dalle restrizione per contenere il diffondersi del coronavirus, si abbatterà quello che si può definire un vero e proprio tsunami di atti. Sarebbero circa 35 milioni le notifiche dei nuovi atti di riscossione bloccati tra il 2020 e l'inizio del 2021. Numeri imponenti a cui si devono aggiungere quelli legati ai pagamenti di cartelle (rate comprese), avvisi di addebito e avvisi di accertamento congelati dall'8 marzo 2020. Sempre il 30 aprile si interromperà anche lo stop degli obblighi di accantonamento derivanti dai pignoramenti presso terzi e ripartiranno le verifiche di inadempienza ex articolo 48-bis del dpr n. 602/1973. E all'orizzonte non sembra proprio esserci la possibilità di una proroga per le notifiche delle cartelle esattoriali.

La sospensione, come ricorda Italia Oggi, è disciplinata dall'articolo 68 del decreto Cura Italia (dl 18/2020). La disposizione è stata più volte modificata nel corso del 2020 e del 2021 e, infine, con l'articolo 4, comma 1 del dl 41/2021. Il periodo di congelamento decorre a partire dallo scorso 21 febbraio 2020 per i soggetti con residenza, sede legale o la sede operativa nei comuni della "zona rossa" ai sensi del Dpcm dell'1 marzo 2020.

Per di più ci sarà anche poco tempo per mettersi in regola. Come indicato al termine del primo comma dell'articolo 68, i contribuenti avranno fino al prossimo 31 maggio per effettuare i versamenti oggetto di sospensione. Ma vi è anche un’altra brutta notizia che potrebbe creare ulteriori grattacapi a chi si ritroverà a ricevere uno di questi atti. Il pagamento dovrà essere effettuato in una unica soluzione.

L’inizio del prossimo mese vedrà terminare l'effetto dell'articolo 152 del dl 34/2020 che sospendeva fino al 30 aprile gli obblighi di accantonamento derivanti dai pignoramenti presso terzi effettuati prima del 19/5/2020 dagli agenti della riscossione aventi ad oggetto le somme dovute a titolo di stipendio, salario, altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, nonché a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di assegni di quiescenza.

Ma l’invio di decine di milioni di atti non è l’unico effetto che seguire al riavvio della macchina di riscossione. Sempre dal prossimo 1 maggio scatteranno nuovamente le verifiche di inadempienza. In pratica le amministrazioni pubbliche e le società a prevalente partecipazione pubblica, prima di effettuare un pagamento di un importo superiore a 5.000 euro, avranno l’obbligo di verificare se il beneficiario ha pendenze col fisco. Se così fosse, allora la pubblica amministrazione dovrà saldare tali pendenze prima di pagare il beneficiario.

L’invio degli atti e la ripresa dei pignoramenti sarà un nuovo duro colpo per molti cittadini duramente segnati dalla crisi economica. Un colpo che potrebbe avere ulteriori e dannosi effetti sulla ripresa dopo l’emergenza.

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