Fitch taglia la pagella alla Francia. Berlino diffonde veleni su Unicredit

I detrattori del deal Commerz: "Ha troppi titoli di Stato"

Fitch taglia la pagella alla Francia. Berlino diffonde veleni su Unicredit
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Sull'Italia aleggiano le solite affermazioni sferzanti sul suo debito pubblico, ma negli ultimi anni la storia sembra essersi ribaltata con alcuni economisti che cominciano a parlare di promozioni delle agenzie di rating per Roma (il 18 ottobre si esprimeranno S&P e Fitch) e le banche italiane che mettono nel mirino le concorrenti tedesche; vedasi il caso Unicredit-Commerz. Un ribaltamento di prospettiva che si sostanzia con una Francia messa in castigo da Fitch, che nelle scorse ore ha dato un colpo di bianchetto sulle prospettive del suo debito, portandole da «stabili» a «negative» nonostante la valutazione rimanga per il momento ad «AA-». Un passo, questo, che potrebbe essere l'antipasto per un declassamento del rating, qualora le finanze transalpine dovessero ulteriormente deteriorarsi. E le possibilità ci sono tutte: «I rischi legati alla politica fiscale sono aumentati rispetto alla nostra ultima revisione», spiega Fitch, il cui precedente rating pubblicato su Parigi risale ad aprile. «Lo slittamento di bilancio previsto per quest'anno pone la Francia in una situazione più sfavorevole, e ora ci aspettiamo deficit di bilancio più ampi, che porteranno a un forte aumento del debito pubblico fino a raggiungere il 118,5% del Pil entro il 2028». E poi una bordata che mette in dubbio perfino la credibilità del Paese guidato dal presidente Emmanuel Macron: «Non ci aspettiamo che il governo rispetti le sue previsioni riviste sul disavanzo a medio termine per portarlo al di sotto del 3% del Pil entro il 2029».

In Gemania intanto Commerzbank, che ha affidato a Bettina Orlopp i colloqui con il gruppo Unicredit di Andrea Orcel, sta brigando a tutti i livelli per mandare a monte l'aggregazione, nonostante la benedizione della Banca centrale europea. Secondo Reuters, che ha consultato fonti a conoscenza del pensiero del governo tedesco, i funzionari si stanno preparando a difendersi da un'offerta ostile. Nelle stanze del governo di Berlino, la prospettiva è una minaccia per la stabilità finanziaria, poiché Unicredit possiede decine di miliardi di di titoli di Stato italiani. Insomma, il solito stigma della presunta inaffidabilità del debito italiano.

Diverse persone nel governo

tedesco, aggiunge Reuters, stanno ora riponendo le loro speranze in una revisione normativa da parte dell'autorità di Vigilanza del paese BaFin, e stanno facendo pressioni sull'autorità di regolamentazione contro un accordo.

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