I giudici della Corte Costituzionale tedesca hanno preso una decisione. Il fondo salva-Stati Esm può partire. Viene dunque respinto il ricorso presentato, che chiedeva di valutare la costituzionalità del meccanismo e del fiscal compact. La valutazione positiva da parte della Corte si è limitata a valutare gli aspetti normativi, non considerando il lato economico del meccanismo anti-spread.
Sì, ma a certe condizioni
Un no da parte dei giudici avrebbe significato l'avvio di un contrasto con il parlamento di Berlino, che aveva già dato l'asseso alla creazione del salva-Stati, e un ulteriore peso sulle spalle della moneta unica. L'approvazione è però condizionata: da Berlino non potranno arrivare più di 190 miliardi di euro. Ogni incremento dovrà essere valutato e votato dal Parlamento. La cifra stabilita non è casuale: la Germania partecipa all'Esm al 27,1464%, una quota che corrisponde esattamente a 190 miliardi.
Le reazioni: mercati e politica
Positiva la reazione dei mercati dell'Eurozona. Dopo un avvio già positivo, sulla fiducia in una decisione favorevole della Corte, le Piazza del Vecchio Continente accelerano. In calo anche lo spread tra Btp e Bund decennali, che dopo avere raggiunto i 353 punti base scende fino a 343. Il tasso cala al 5,06%.
Plauso alla decisione da parte della Commissione Europea. Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, ha interrotto il dibattito sul discorso del presidente Barroso per annunciare la decisione della Corte di Karlsruhe.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha parlato sulla decisione della Corte al Bundestag. Oggi - ha detto - "è una buona giornata per la Germania e per l'Europa". Parlando poi delle banche ha sottolineato come sia giusto "ci siano proposte per la supervisione". E che "in questa crisi ogni istituzione ha la sua responsabilità.
Questo prevede anche che la Bce, nel suo mandato e nella sua indipendenza, assuma i suoi impegni".Il premier Mario Monti ha parlato di "un'ottima notizia", sottolineando come il sì condizionato della Corte non porterà a "un freno imprevisto al processo di stabilizzazione dei mercati".
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