La Francia vuole accendere i fari sui possibili rischi connessi al bitcoin, la cripto moneta utilizzabile per finanziamenti illeciti e traffci illegali. La questione verrà sollevata al prossimo G20, come emerge dall’entourage del ministro delle finanze francese, Bruno Le Maire. La rapida esplosione dei bitcoin, spiegano dal ministero, comporta dei rischi in termini di speculazione e di possibilità di finanziamenti illeciti. Per far fronte a questi rischi il governo francese è convinto che occorra fissare un quadro giuridico e proprio per questo il delicato tema verrà sollevato in sede di G20. Secondo il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, "una regolazione del Bitcoin ha senso solo se avviene su un piano internazionale".
Occorrono regole nuove per una ragione semplice. Non trattandosi di una vera valuta il bitcoin non rientra sotto il controllo delle banche centrali. E i rischi di pericolose bolle speculative sono evidenti. Una settimana è stata la stessa Bce a lanciare l'allarme, con i governatori di diverse banche centrali che si sono uniti al coro. A ben vedere, però, la "risposta" non può essere solo europea, anche perché il fenomeno ormai ha dimensioni globali. Ed ecco spiegata la mossa francese, che ha anticipato tutti.
Il ministro francese Le Maire porrà la questione al'attenzione della presidenza di turno del G20, l'Argentina, con la speranza che il tema finisca sul tavolo del prossimo summit di aprile. Non ci sono solo preoccupazioni economico-finanziarie.
I rischi sono anche legati alla sicurezza, con la criptomoneta che, difficilmente controllabile, può essere strumento di finanziamento del terrorismo internazionale e, più in generale, del riciclaggio di denaro frutto di attività criminali più o meno gravi. Una sorta di mega lavatrice in grado di ripulire il denaro sporco di tutto il mondo.
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