Guerra Bpm-Unicredit a colpi di calcolatrice

Castagna: "Noi avanti su Anima in ogni caso"

Guerra Bpm-Unicredit a colpi di calcolatrice
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La guerra tra una banca che si difende e un'altra che la vuole acquisire si combatte anche a colpi di calcolatrice. Ed è proprio sul campo dei numeri che Banco Bpm risponde al comunicato dei giorni scorsi di Unicredit, che ricordava la condizione di decadenza dell'Offerta pubblica di scambio qualora non venisse concessa dalle authority l'agevolazione sugli accantonamenti di capitale per l'operazione lanciata da Bpm su Anima (il cosiddetto Danish Compromise) o in caso di rilancio. La banca guidata da Giuseppe Castagna (nella foto) non molla e definisce quelle di Unicredit «mere supposizioni», sottolineando che «insinua dei dubbi sulla valenza dell'offerta su Anima e sul ritorno dell'investimento». Invitando la banca guidata da Andrea Orcel a chiarire «la propria posizione» sulla sua «effettiva rinuncia in caso di approvazione dell'assemblea» di Piazza Meda «all'eventuale rilancio dell'Ops» su Anima da 6,20 a 7 euro per azione. E quanto al Danish Compromise, l'istituto ribadisce che manterrà un Cet1 ratio (l'indice di solidità patrimoniale, ndr) superiore al 13% «alle date di riferimento del piano, anche in caso di mancata applicazione» del compromesso ed «anche tenendo conto della remunerazione degli azionisti con un payout all'80%» sull'utile. In attesa che Bce, Eba e Bankitalia sciolgano la riserva (e sarebbe ora, visto che il mercato mal sopporta passaggi burocratici inutilmente farraginosi), fonti di mercato spiegano che l'intento del comunicato di Unicredit non sarebbe da interpretare come una minaccia agli azionisti di Bpm, ma come un'informativa per ricordare a tutti le condizioni di valenza della sua offerta. Oltre a una richiesta di chiarezza a Bpm sulle misure atte a mitigare l'impatto da 268 punti base sull'indice di patrimonializzazione delle banca senza l'agevolazione sul patrimonio.

Da Bpm invece si chiede a Unicredit di fornire chiarimenti su Generali, Commerzbank e impegno in Russia, il cui rischio all'esposizione è valutato da Gae Aulenti fino a 55 punti base sul Cet 1. Tutto questo mentre l'Ue ragiona di varare un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia, che potrebbero costringere le società europee ad azzerare le partecipazioni nel Paese.

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