Da ieri, 1 aprile 2019, gli assegni delle pensioni hanno subito una sforbiciata sull'importo con il blocco sulle rivalutazioni voluto dal governo. L'esecutivo, con l a manovra varata a fine dicembre 2018, ha di fatto limato gli assegni di milioni di pensionati. Con i ritocchi voluti dall'esecutivo per le pensioni superiori a 3 volte il minimo e inferiori a 4 la rivalutazione sarà del 97%, del 77% per gli importi tra 4 e 5 volte il minimo, del 52% tra 5 volte e 6 volte il minimo, del 47% oltre 6 volte, del 45 oltre 8 volte e solo del 40% oltre 9 volte il minimo. E di fatto con questo nuovo regime i pensionati avranno assegni più magri. Per quanto gli importi delle penszioni la mazzata sarà pesante e si sentirà sugli assegni della fascia intermedia e su quella alta. Su un assegno da 2500 euro lordi si perderanno 320 euro in tre anni. Ma non finisce qui.
La misura di fatto è a tempo e ha validità fino al 2021. In media i pensionati colpiti dal blocco delle rivalutazioni rischiano di perdere anche fino a 170 euro l'anno. Dopo il ricalcolo con la messa in atto delle indicazioni della manovra voluta dal governo gialloverde, scatterà il conguaglio. Probabilmente subito dopo le Europee, nel mese di giugno, arriverà il prelievo sugli assegni dei pensionati che dovranno restituire l'importo della rivalutazione più generosa di gennaio, febbraio e marzo 2019.
Lo "scippo" sugli assegni dovrebbe consumarsi con il cedolino dell'1 giugno. Subito dopo scatterà la fase 2 che invece prevede la sforbiciata sulle pensioni d'oro con un contributo di solidarietà che porterà ad una riduzione consistente sugli assegni che superano i 5000 euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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