Intesa potenzia il cantiere assunzioni

Previsti 3.500 ingressi entro giugno 2024. E il Creval punta i piedi sull'Opa Agricole

Intesa potenzia il cantiere assunzioni

Intesa Sanpaolo assumerà mille persone in più rispetto alle 2.500 già previste dall'accordo con i sindacati di fine settembre entro il primo semestre del 2024, a fronte delle oltre 7.200 richieste di uscite volontarie pervenute che la banca intende accogliere. «Vogliamo dare un segnale concreto improntato all'ottimismo verso il futuro», sostiene Carlo Messina, ad di Ca' de Sass.

«Accogliamo con grande favore la notizia che Intesa Sanpolo abbia accolto le richieste del sindacato», ha sottolineato Fulvio Furlan, segretario generale della Uilca rimarcando come «il risultato ottenuto ha un grande valore in termini di occupazione, in particolare giovanile». «Il sindacato continuerà a chiedere a ogni gruppo bancario, sia nelle aggregazioni sia nei piani industriali, che a fronte di un numero di esodi concordati debba corrispondere il 50% di assunzioni giovanili», ha rimarcato il leader della Fabi Lando Maria Sileoni.

Dopo l'Opa di Intesa Sanpaolo su Ubi che ha tenuto banco nel 2020, si preannuncia infatti una stagione di consolidamento per il settore del credito. «Il fatto che il consolidamento sia opportuno e in molti casi necessario lo hanno detto i regolatori, noi ci crediamo e lo abbiamo fatto», ha notato lo stesso presidente di Intesa, Gian Maria Gros Pietro, commentando l'evolvere della partita legata a Mps che il Tesoro (azionista al 64%) vorrebbe consegnare a Unicredit.

Nel frattempo, a un mese e mezzo dal lancio dell'Opa dell'Agricole (10,5 euro per azione cash), si scalda il clima al Creval che insegue un rilancio: ieri il titolo in Borsa ha chiuso a 11,8 euro (+0,77%).

Il board del gruppo valtellinese, con un comunicato diffuso in mattinata, «ha preso atto» delle valutazioni espresse dagli advisor e «delle posizioni rese note da parte di alcuni azionisti che non ritengono adeguato il corrispettivo offerto». Tra i soci dissenzienti ci sono Petrus Advisers (2% circa del capitale), Hoskins Partners (4,72%) e Kairos (3%), anche se, secondo voci di mercato, l'opposizione avrebbe già raccolto consensi sul 16% del capitale; rispetto al 15% su cui può per ora contare l'Agricole compreso l'appoggio di Algebris. Mentre in Piazza Affari si inizia a respirare l'aria di battaglia, nel capitale di Creval si sono palesati anche Samson Rock (al 4,1%) e Dws (al 2,8%), Morgan Stanley ha invece una partecipazione potenziale indiretta fino al 7,098%.

Sono almeno tre gli aspetti per cui azionisti e advisor puntano a un ritocco all'insù dell'offerta: il miglioramento conseguito sul profilo di rischio e sui crediti deteriorati; la patrimonializzazione elevata con un Cet1 al 18% e i potenziali crediti fiscali stimati in 350 milioni «nel contesto di un'operazione di aggregazione con Crédit Agricole Italia».

Equita, advisor di Crédit Agricole, in un report, in relazione ai crediti fiscali ricorda: «Le dta del Creval (calcolate, in assenza di aggregazione, in 212 milioni)» sono utilizzabili solo in caso di fusione nel 2021.

Il cda di Creval, riservandosi ogni valutazione sull'Opa a seguito della pubblicazione dell'offerta (attesa per metà marzo ndr)», ribadisce che non trascurerà «alcuna opzione strategica». Ma Equita precisa: per essere ritenuta concorrente una eventuale contro Opa dovrebbe arrivare entro la giornata odierna.

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