Le imprese italiane continuano a non soddisfare le loro richieste di personale: è questo il focus che emerge secondo i dati preliminari dell'Istat sul secondo trimestre 2016. All'appello, mancano circa 40mila dipendenti, lo 0,5% del totale, che le aziende italiane non riescono a trovare.
Un dato significativo anche se in calo rispetto allo 0,7% del trimestre precedente.
Ma quali sono i settori dove le imprese fanno più difficoltà a trovare il profilo giusto? Sanità e le attività artistiche.
Si tratta di dati che, spiega l'Istat, possono dare segnali anticipatori sull'andamento dell'occupazione. La ricerca di profili qualificati trova conferma anche nell'indagine Unioncamere che indica entro il 2020 una crescita del 5% di lavoratori con qualifiche elevate, mentre diminuisce la richiesta di profili intermedi e resta stabile la richiesta di profili non qualificati.
Secondo la stessa indagine, saranno 2,5 milioni le persone che complessivamente entreranno nel mondo del lavoro come dipendenti, imprenditori o professionisti entro il 2020 nelle imprese o nella Pubblica amministrazione e avere un profilo professionale qualificato offrirà maggiori opportunità di occupazione.
Tornando ai dati Istat, le ricerche di personale che non vanno a buon fine riguardano tutti i macro settori. I lavori per i quali è maggiore la ricerca di candidati, in base ai dati preliminari disponibili, sono nell'istruzione, nella sanità e nell'assistenza sociale, nelle attività artistiche e nelle altre attività di servizi dove la quota di posti vacanti raggiunge lo 0,7%.
538em;">Per quel che riguarda l'industria, il tasso dei posti vacanti è allo 0,5% nel periodo aprile-giugno (era 0,7% nel trimestre precedente) e lo stesso livello contraddistingue anche le costruzioni (dove toccava lo 0,8%).
Maggiori, invece, le posizioni disponibili nei servizi di mercato, dove il tasso dei posti vacanti scende allo 0,6% dallo 0,9% di inizio anno.
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