Sebbene il reddito medio dispinibile abbia giovato di un "modesto aumento" dello 0,3%, il potere di acquisto delle famiglie è ulterirmente crollato nel 2013. Sul ribasso dell’1,1% pesa infatti la pressione fiscale che, nel quarto trimestre dello scorso anno, è stata pari al 51,5% e, su base annua, si è attestata al 43,8%. Il risultato è che la spesa per i consumi finali è diminuita dell’1,3%. "La propensione al risparmio delle famiglie - si legge nel report dell'Istat - è stata pari al 9,8%, in recupero di 1,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente".
Il livello del potere d’acquisto registrato nel 2013 è il più basso dal 1995. Da allora ovviamente il Paese ha attraversato tanti cambiamenti. In primis, l'introduzione dell’euro. Il 2013 segna la sesta caduta consecutiva per il potere d’acquisto delle famiglie. È, infatti, dal 2008, che il reddito reale risulta in diminuzione. Mai prima d’ora, dall’inizio delle serie storiche dell’Istat, la capacità di spesa aveva fatto registrare un così lungo periodo di "depressione". Secondo l'Eurozone economic outlook di Istat, Insee e Ifo, tuttavia, la situazione è in ripresa.
Ripresa che, nell'Eurozona, segnerà il valore più elevato nel primo trimestre del 2014, con un tasso di incremento del pil di 0,4% in termini congiunturali, per poi decelerare marginalmente nei due trimestri successivi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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