Ita fa rotta verso Lufthansa. La nuova procedura per avviare la privatizzazione della compagnia ha quasi completato l'iter: la Corte dei Conti ha dato l'ok al Dpcm approvato meno di una settimana fa dal governo e il testo sarà presto in Gazzetta Ufficiale. Ora la parola passa alle società: Lufthansa dovrà palesare la propria offerta e Ita dovrà valutarla.
A fine anno, o forse prima, il dado dovrebbe essere tratto. Il nuovo Dpcm modifica in profondità la procedura, consentendo a tutte le società che hanno avanzato un interesse di «rilanciare». Ma in campo resta solo Lufthansa, senza il partner iniziale Msc-Aponte, che a novembre ha detto «di non essere più interessata» a partecipare alla privatizzazione di Ita, «non ravvisandone le condizioni nell'attuale procedura». Anche la cordata guidata da Certares, che sembrava a un passo dall'acquisizione, ha abbandonato le trattative. Il matrimonio Ita-Lufthansa appare quindi prossimo: alla compagnia tedesca, in una fase successiva, potrebbero aggiungersi altri partner, come le Ferrovie dello Stato interessate però solo a sviluppi commerciali (come un biglietto unico treno-aereo o un maggiore interscambio sulle merci). Il Dpcm riscritto dal governo Meloni permette ora al cavaliere bianco di acquisire anche quota di minoranza di Ita e contempla degli aumenti di capitale riservati. Un modo per lasciare le risorse in pancia alla compagnia guidata da Fabio Lazzerini. Questo richiede anche un maggior esborso per l'acquirente, che di fatto beneficerà, in quota parte, delle risorse iniettate. Ecco perché si profila una operazione in più fasi. Il decreto cerca un equilibrio tra chi acquisirà il controllo dell'operatività di Ita e i contrappesi per gli obiettivi fissati dallo Stato. I patti parasociali tra il Tesoro e l'acquirente - pur considerando un «preminente coinvolgimento» da parte della nuova compagnia aerea nella gestione di Ita - dovranno prevedere che il Mef, fino alla eventuale uscita dal capitale, abbia diritti di governance tali da assicurare un presidio sullo sviluppo industriale di Ita.
Oltre al prezzo, saranno i dettagli del piano industriale e le garanzie occupazionali a fare la differenza. Con la rassicurazione di Ita, che per le 1.200 assunzioni (comandanti, piloti e hostess) previste per il 2023 si guarderà al bacino degli ex dipendenti Alitalia in Cig.
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