Gli italiani investono meno nel mattone

Nei primi tre mesi del 2012 i dati relativi alle compravendite immobiliari segna il -17,8%, con una flessione ancora maggiore per il settore residenziale che arriva quasi al -20%

Gli italiani investono meno nel mattone

Crolla l’immobiliare: gli italiani investono meno nel mattone. Secondo l’Agenzia del territorio, nei primi tre mesi del 2012 i dati relativi alle compravendite immobiliari segna il -17,8%, con una flessione ancora maggiore per il settore residenziale che arriva quasi al -20%. “Colpa dell’Imu”, penseranno in molti. Eppure nella nota diffusa dall’Agenzia del Territorio si esclude con certezza che vi sia una correlazione tra la riduzione del mercato immobiliare e l’aumento della tassazione degli immobili decisa con il decreto legge del 6 dicembre dello scorso anno. Dito puntato invece sulla crisi del mercato di fine 2011, con tutti gli indicatori macroeconomici negativi, dal Pil alla spesa delle famiglie, sul tasso di disoccupazione (passato in un anno dal 7,6% al 9,6%) e sull’aumento del tasso di interesse (TAEG) sui prestiti alle famiglie per acquisto di abitazioni (salito costantemente nel 2011, passando dal 3,29% di aprile 2011 al 4,27% del dicembre 2011). La tendenza è in ogni caso negativa su tutto il territorio con un unico segnale meno che unisce il Nord, il Centro e il Sud. In particolare, tra le otto città italiane prese in considerazione, il crollo più ingente si riscontra a Palermo con il -26,5%, seguita da Genova con -21,8% e Roma e Firenze, entrambe in flessione del 21%. Molto elevato anche il calo rilevato a Bologna con il -18,4% e a Torino con - 18,1%. In coda alla classifica Milano e Napoli che subiscono rispettivamente una perdita del 10,7% e del 9,8%. Andamento analogo anche nei comuni della provincia, dove il mercato delle abitazioni diminuisce del 15,9%.

Anche in questo caso, di pari passo con il trend delle città capoluogo, il tasso negativo più elevato si riscontra nell’hinterland di Palermo, che perde più del 25%, seguito dal meno 21,6% della provincia di Firenze. Per le altre province, ci sono cali compresi tra il meno 17,6% di Genova, il meno 16,1% di Roma e il meno 13% di Milano.

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