Torna a incendiarsi la polemica sindacale intorno al mondo dei cosiddetti rider, i ragazzi e ragazze che consegnano cibo a domicilio in bicicletta. A finire nella bufera, stavolta, è Just Eat, con i sindacati che a Firenze denunciano l'utilizzo dei dati forniti da algoritmi per sanzionare i lavoratori definiti poco produttivi. «Riteniamo inaccettabili le contestazioni recapitate alle lavoratrici e ai lavoratori Just Eat sulla base dei dati forniti da algoritmi che non tengono conto delle reali condizioni di lavoro, e delle diverse caratteristiche fisiche, tra lavoratori che vengono definiti poco produttivi», si legge in una nota di Filt Cgil Firenze-Prato-Pistoia.
A fare infuriare i sindacati è anche il fatto che Scoober (l'applicazione usata da Just Eat per gestire l'organizzazione del lavoro) ipotizzi i percorsi presumibilmente più rapidi per le consegne, senza valutare quali siano quelli più sicuri in base al traffico e alle caratteristiche delle strade. «In molti casi - spiega il sindacato - i tempi calcolati non risultano compatibili con gli itinerari consigliati, e se questo crea eccessive pressioni a chi svolge il proprio lavoro utilizzando un mezzo a motore, spingendolo a correre più del dovuto», per «i lavoratori che usano le bici classiche spesso si va ad aggiungere l'impossibilità di rispettare la produttività richiesta se non si è atleti professionisti».
A dire della Cgil, ci sarebbe un caso in cui una lavoratrice che utilizzava la bicicletta per le consegne sarebbe stata punita con tre ore di multa: «Per una consegna che prevede una distanza di 6,4 chilometri l'algoritmo ha previsto una velocità media di percorrenza, in mezzo al traffico e con tutti gli imprevisti tipici dell'attività su strada, pari a 26,3 km/h, una media non troppo inferiore a quella che ha permesso a Tadej Pogacar di aggiudicarsi il Giro D'Italia 2024».
Just Eat ha ribattuto alle accuse del sindacato affermando «che le contestazioni recentemente recapitate (secondo La Nazione sarebbero almeno una decina, ndr) hanno riguardato una percentuale ridotta della flotta, individui che si sono distinti per comportamenti sistematicamente poco collaborativi e non
allineati con le esigenze aziendali. Queste misure sono state adottate solo dopo ripetuti tentativi di dialogo e confronto con i lavoratori coinvolti, e rappresentano l'ultimo passo di un processo lungo, aperto e trasparente».
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