L'oro vola verso quota 2.600. E il lingotto sfonda il milione

Le quotazioni sono già salite di oltre il 22% da inizio anno. Traguardo storico per il "mattone" standard di 12,4 chili

L'oro vola verso quota 2.600. E il lingotto sfonda il milione
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Il lingotto fa meglio di Wall Street e per la prima volta vale oltre un milione di dollari. Ciò significa che, alle quotazioni attuali, un singolo mattone d'oro di dimensioni standard (peso di 400 once troy, pari a circa 12,4 chilogrammi) vale più di un milione di dollari. Il prezzo del metallo pregiato si è spinto ieri fino a un nuovo massimo in area 2.570 dollari l'oncia, portando a oltre +22% il rally da inizio anno, facendo meglio rispetto all'azionario (+16% l'S&P 500 nello stesso arco di tempo). In dodici mesi il prezzo dell'oro si è impennato di oltre il 32 per cento.

A dare fiato all'appetito d'oro c'è in prima battuta la crescente attesa in vista del primo taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. Questo perché i tagli del costo del denaro vanno a impattare negativamente sulle quotazioni del dollaro e sui rendimenti dei T-bond e quindi l'oro - così come altri preziosi come argento e platino - tendenzialmente beneficia del minore appeal degli asset che pagano un rendimento, come le obbligazioni, man mano che si consolidano le attese di tassi più bassi nel medio-lungo termine. A conferma di ciò il nuovo record del metallo giallo è arrivato in corrispondenza con i minimi annui toccati dal dollaro statunitense verso l'euro.

Alle aspettative di tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, che potrebbe muoversi in maniera più aggressiva rispetto alla Bce, si aggiungono altri elementi che giocano a favore dell'oro, come le incertezze geopolitiche e il forte appetito da parte delle banche centrali di paesi come Cina, Turchia e India che stanno diversificando le loro riserve allontanandosi dal dollaro statunitense. Secondo le stime di JPMorgan, le banche centrali hanno acquistato oltre 1.000 tonnellate di oro l'anno scorso. Non va dimenticato che tra i paesi con maggiori riserve al mondo spicca l'Italia, terza con 2.451,8 tonnellate di oro, dietro solo a Stati Uniti e Germania.

Gli investitori indubbiamente vedono il metallo prezioso come una riserva di valore affidabile e a lungo termine durante i periodi di incertezza economica come quello attuale. Guardando al futuro, gli analisti di Ing si aspettano che l'oro rimanga vicino ai massimi storici con l'avvicinarsi del primo taglio dei tassi oltreoceano e quello che dirà Powell a Jackson Hole.

Motivi per giocare in difesa con l'oro non mancano e molti di questi appaiono destinati a perdurare a lungo.

Dalla de-dollarizzazione, ai rischi geopolitici legati alle guerre in Ucraina e Medio Oriente, fino alla forte domanda da parte dei piccoli investitori cinesi «dovuta al desiderio di parcheggiare denaro in un settore considerato relativamente immune da un'economia in difficoltà e dai problemi immobiliari e dal rischio di svalutazione dello yuan», spiega Ole Hansen, head of commodity strategy di Saxo Bank, che indica anche l'esito delle elezioni presidenziali di novembre come motivo di preoccupazione, in quanto entrambi i candidati sono pronti a spendere soldi che non hanno, aumentando così ulteriormente il debito monstre degli Stati Uniti.

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