Lvmh mette le ali a Tod's. In Borsa balzo dell'11%. Si scommette sul futuro

Faro sulle prossime mosse di Louis Vuitton. E in Italia piacciono anche Cucinelli e Aeffe

Lvmh mette le ali a Tod's. In Borsa balzo dell'11%. Si scommette sul futuro

Brand storici, charme italiano, multipli ancora interessanti e aziende familiari di dimensioni medie alle prese con la necessità di finanziare l'apertura di nuovi canali di crescita e gestire passaggi generazionali. Un simile poker di caratteristiche non può che attrarre operatori industriali e fondi di private equity pronti a prendere posizione sul lusso italiano per tempo, prima che si scadenti la prossima ondata di consolidamento. Lo sostiene Giacomo Calef, country manager di Notz Stucki, secondo cui il mercato è in pieno fermento.

Il rafforzamento di Lvmh in Tod's che, giovedì sera a mercato chiuso, ha annunciato la crescita del colosso del lusso francese dal 3,2% (partecipazione detenuta sin dal 2000) al 10% del capitale, potrebbe quindi essere solo il primo passo verso una ulteriore fase del risiko che, nel corso degli anni ha visto convergere, tra l'altro, Bulgari in Lvmh o Gucci in Kering. A vendere è stato il patron del gruppo, Diego Della Valle, che ha ceduto 2,25 milioni di azioni a 33,1 euro per azione (media di prezzo degli ultimi 15 giorni), scendendo così al 63,6% del gruppo calzaturiero marchigiano.

In Piazza Affari tanto è bastato per far salire la febbre degli investitori con Tod's che è volata in alto dell'11% a 39,3 euro. In rialzo anche Brunello Cucinelli (+1,3% a 43,2 euro) e Aeffe (+1,9% a 1,16 euro), mentre Salvatore Ferragamo, dopo una fiammata iniziale, ha terminato la seduta a 18,38 euro in calo dello 0,3% (ma da inizio anno il titolo è salito del 15%). Si tratta, a giudizio del country manager di Notz Stucki, di brand potenzialmente interessanti in vista di un eventuale futuro risiko.

Per quanto riguarda Tod's, i tempi potrebbero comunque non essere brevi anche se, come sottolinea Equita, l'operazione pone Lvmh come naturale compratore. Si tratta di un un interlocutore privilegiato legato all'imprenditore di Sant'Elpidio a Mare da una conoscenza approfondita (tanto che lo stesso Diego Della Valle siede nel cda dell'icona del lusso francese) e dalla condivisione di alcune operazioni di successo portata a termine nel corso degli anni come quella su Marcolin. La scelta di cedere solo il 6,8% lascia pensare che Diego Della Valle non voglia vendere nel breve e intenda perseguire ancora un rilancio in autonomia sostiene il broker secondo cui la vendita resta lo scenario più probabile ma solo tra qualche anno. Equita ipotizza anche un prezzo di M&A intorno ai 40 euro che, rispetto ai prezzi dell'apertura di ieri, comprendeva un premio del 33% circa. Quanto a Lvhm l'esborso sarebbe del tutto trascurabile rispetto alla capitalizzazione di mercato anche in caso di un eventuale futuro acquisto dell'intero capitale a 40 euro. Anche per Mediobanca il rafforzamento della presa da parte di Bernard Arnault potrebbe suggerire opportunità di M&A in futuro, mentre Banca Akros parla di appeal speculativo sul titolo. Per Citi invece l'operazione suggerisce che il turnaround non abbia funzionato. Il sostegno di Lvmh potrebbe sostenere il delisting del titolo in vista di un futuro piano di rilancio.

L'attenzione del mercato è da tempo elevata anche su Salvatore Ferragamo (controlla all'omonima famiglia al 54,28% del capitale) che, rispetto alla

valutazione riconosciuta ai Dr Martens nell'Ipo di inizio anno o all'acquisizione dei sandali Birkenstock, potrebbe persino essere a sconto. Finora le avance ventilate dal mercato sono sempre state smentite. Ma mai dire mai.

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