Attenti all'alert del Fisco: chi deve pagare (e cosa si rischia)

Nel documento inviato ai contribuenti l'Agenzia delle entrate analizza tutte le possibilità a disposizione per rimettersi in regola con l'Iva

Attenti all'alert del Fisco: chi deve pagare (e cosa si rischia)

Sono oramai prossimi all'arrivo gli inviti alla compliance per quanto concerne la dichiarazione annuale Iva relativa all'anno di imposta 2020. Il Fisco invierà, infatti, nelle prossime ore un avviso specifico indirizzato a tutti quei contribuenti italiani i quali, in seguito a verifiche sui dati delle fatture elettroniche, dei corrispettivi telematici e dell'esterometro, non hanno ancora inviato suddetta dichiarazione o l'hanno presentata incompleta, nello specifico senza aver compilato il campo delle operazioni attive (VE).

Cosa accade a chi riceve l'allerta

Come spiegato da Italia Oggi, i contribuenti che riceveranno tale avviso avranno la possibilità di verificare la propria posizione e, in caso di mancata trasmissione, mettersi in regola tramite ravvedimento operoso. I dati riportati all'interno delle comunicazioni, inoltre, potranno essere messi a disposizione delle Fiamme Gialle.

Questo secondo quanto disposto ieri dal direttore dell'Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini con uno specifico provvedimento. Le comunicazioni verranno inviate al domicilio digitale del contribuente interessato, ma saranno consultabili anche nel "cassetto fiscale" personale sul sito dello stesso Ente.

I contribuenti che riceveranno l'allerta del Fisco avranno comunque la possibilità di richiedere, anche tramite gli intermediari incaricati della trasmissione delle dichiarazioni Iva, delle ulteriori delucidazioni o di contestare l'avviso con la segnalazione di specifici elementi sfuggiti all'attenzione del Fisco, seguendo comunque le indicazioni presenti nella stessa comunicazione.

In caso di violazione, specifica il documento, l'unico modo per rimettersi in regola è quello di intervenire entro 90 giorni dal termine di scadenza del 30 aprile 2021, ovvero entro il prossimo 29 luglio (si potrà così beneficiare della riduziuone della sanzione ad un decimo del minimo).

In caso, invece, di mancata compilazione del campo delle operazioni attive (quadro VE) ci si può rimettere in regola entro la scadenza dei termini per l'accertamento del periodo d'imposta (più tempo trascorrerà tra la violazione e la regolarizzazione e più pesante sarà la sanzione prevista).

Il

ravvedimento operoso, si legge ancora nell'alletra del Fisco, è una via percorribile anche dopo la constatazione della violazione: in un caso del genere, tuttavia, la riduzione dell'ammenda è ad un quinto del minimo.

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