La mannaia dell’Inps potrebbe colpire 700mila richiedenti. Su un totale di 4,4 milioni di istanze pervenute, sono circa 300mila le domande per il bonus errate da rifare, mentre altre 400mila sono sul punto di essere respinte per assenza di requisiti. In tutto ammontano a quasi un milione le richieste fermate per essere sottoposte a controlli più approfonditi, ma dall’Istituto di previdenza fanno sapere che solo una su tre avrà l'ok. Lo scrive il Messaggero. Invece, finora, sono state erogate nel complesso 3,5 milioni di prestazioni. Entro la fine del mese si prevede che il totale raggiungerà al massimo le 3,7 milioni di indennità versate, anche perché le domande, dopo che all’inizio ne sono piovute sul sito dell’Inps più di centomila all’ora, ora arrivano con il contagocce.
Alle richieste per il bonus giunte all’Inps, circa 4,4 milioni (come abbiamo detto), si sommano quelle delle casse private, poco meno di 500mila istanze totali. Il bonus era stato pensato per accogliere 5,3 milioni di persone, tra artigiani, commercianti, professionisti senza cassa, partite Iva, co.co.co, stagionali del turismo, lavoratori agricoli e dello spettacolo. Al lordo delle domande che verranno rigettate per assenza di requisiti, mancano perciò all’appello 700 mila potenziali aventi diritto.
Ma la platea dei percettori nei prossimi mesi appare destinata a restringersi ulteriormente. Se da un lato il governo si prepara ad accrescere l’importo del sussidio portandolo a 800 euro, dall’altro si accinge a escludere dal bacino degli aventi diritto chi nel 2018 ha dichiarato redditi superiori a 35mila euro. Una mossa obbligata per una questione di coperture.
Nonostante il nodo delle risorse rimanga da sciogliere, la riconferma del bonus per altri due mesi nella versione extra-large viene ormai data per acquisita. Il rifinanziamento degli ammortizzatori, dalla Cig in deroga per altre 4 settimane all’aumento del bonus per partite Iva e autonomi, sarà oggi al centro di un’altra riunione del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, con i capigruppo di maggioranza.
Dovrebbe venir escluso dalla fase due del sussidio chi ha un reddito complessivo compreso tra 35 e 50mila euro e ha ridotto la propria attività di almeno un terzo nel primo trimestre del 2020. Dai dati del Mef sulle dichiarazioni dei redditi 2018 presentate lo scorso anno è emerso che il reddito medio più elevato è proprio quello da lavoro autonomo, pari a 46.240 euro, mentre il reddito medio dichiarato dei titolari di ditte individuali è pari a 20.
940 euro e quello dei lavoratori dipendenti a 20.820 euro. Insomma, qualcosa potrebbe accadere nei prossimi giorni. L’Inps è pronta a chiudere i rubinetti. E chissà come la prenderanno gli italiani finiti sul lastrico per colpa del coronavirus.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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