Lo scontro sulla manovra, per il momento, è solo a distanza. "Con l'Italia avremo un dialogo esigente". In un colloquio con Repubblica Pierre Moscovici, commissario Ue per gli Affari monetari, lo mette subito in chiaro. Sotto la lente d'ingrandimento di Bruxelles finiranno i nostri conti pubblici italiani dopo che Matteo Renzi ha voluto foprzare la mano portando il rapporto deficit/pil per il 2017 al 2,3%. "La legge di bilancio è stata presentata esattamente quando lo richiedevano le regole europee", sottolionea il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan assicurando che non si tratta di "uno spot elettorale" perché le misure previste sono "nel solco della strategia del governo".
La manovra economica è arrivata ieri sul tavolo del commissario Ue agli Affari economici e di quello ai Servizi finanziari, Valdis Dombrovski. Sono una sessantina di pagine in tutto in cui si ricorda che l'economia italiana è in recupero da tre anni ma che "il tasso di crescita è ancora più basso di quanto sarebbe necessario per tornare all'andamento pre crisi entro il 2025". A mettere Bruxelles sul piede di guerra è il rapporto deficit/Pil nella legge di bilancio 2017. "Eravamo partiti da 1,8%", ricorda Moscovici. Poi si è passati al 2% con la nota di aggiornamento al Def e la richiesta mandata a Bruxelles. E la conclusione è stata l'attuale 2,3% inserito nella manovra. "Ho detto subito che non era la cifra che avevo in mente - afferma ancora Moscovici - ne prendo atto e mi preparo alla discussione con Roma". Uno scarto pari a 0,5% non è poca cosa. Sono circa 10 miliardi di euro. E Palazzo Chigi ha già goduto l'anno scorso di una flessibilità pari a 19 miliardi. La manovra è stata appena consegnata agli uffici di Bruxelles. Va, quindi, prima esaminata nella forma e nel contenuto. "Non siamo la Commissione delle punizioni e delle sanzioni", aggiunge il commissario Ue, ripetendo però che la flessibilità e l'applicazione "intelligente" del Patto di Stabilità non possono significare "cancellazione delle regole".
La Commissione europea ha ora alcune settimane per analizzarlo prima della scadenza fissata a fine novembre dalle regole del cosiddetto "semestre europeo". "Vorrei ribadire che il rapporto con l'Europa è molto positivo e continuo - rassicura Padoan a Unomattina su Rai Uno - ci consultiamo a vicenda". Il governo è convinto di essere in regola. "Un deficit del 2,3% - spiega Padoan - implica un abbattimento di questa grandezza, perché nel 2016 lo avremo un deficit/pil al 2,4%, nel 2017 al 2,3%". Ora il titolare del dicastero di via XX Settembre si aspetta che l'Unione europea applichi le regole. Il punto su cui Palazzo Chigi farà leva è l'emergenza immigrati.
"L'Italia fa un grande sforzo per salvare vite umane, accogliere e gestire un enorme flusso di persone", sottolinea Padoan ricordando che molti Paesi dell'Unione europea si rifiutano di farlo. "I patti valgono su tutti i temi - conclude - non solo per il deficit".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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