Mediaset stringe sulla rete. E il titolo scatta in Borsa

Primi contatti con Vivendi, ma c'è il nodo dei danni. L'Agcom dall'Avvocatura sulla Gasparri

Mediaset stringe sulla rete. E il titolo scatta in Borsa

Mediaset è pronta a cogliere le opportunità offerte dalla rete unica. Questo, in sintesi, il pensiero del direttore finanziario Marco Giordani ieri in conference call con gli analisti per i conti semestrali. Così il titolo, dopo una apertura debole - a causa della riduzione dei ricavi per i minori introiti pubblicitari durante il lockdown (perdita 18,9 milioni con ricavi a 1,166 miliardi, risultato raggiunto grazie anche al contenimento dei costi) - ha ritrovato forza in Borsa chiudendo in rialzo del 2,2%.

Per quanto riguarda il nodo Vivendi, «siamo disponibili a discutere» e l'intenzione di Mediaset è quella di trovare una soluzione che «mantenga un allineamento degli interessi di tutti gli azionisti», ha inoltre chiarito Giordani, alludendo agli indennizzi richiesti ai transalpini. Raggiungere una intesa, tuttavia, non sarà facile visti i molti voltafaccia compiuti dai francesi dopo il rifiuto di procedere all'acquisto della pay-tv Premium. Ora Vivendi vorrebbe l'annullamento dei maxi-risarcimenti richiesti nelle cause civili che Mediaset e la holding Fininvest (45,86% del capitale votante) hanno presentato. Il Biscione, invece, ritiene imprescindibile l'indennizzo. Ieri pomeriggio, secondo Radiocor, si sarebbe tenuto un primo colloquio tra l'ad di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, e il suo omologo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, ma alla fine c'è stato un nulla di fatto. Il negoziato parte in salita.

La decisione della corte di Giustizia Ue sulla legge Gasparri apre, però, nuove strade. «Stavamo lavorando in uno scenario che poneva dei limiti ai nostri investimenti in Italia - ha aggiunto Giordani - con un divieto a investire in società di tlc che ora non c'è più e dunque potremo costruire un nuovo progetto di sviluppo per abbracciare la rete unica». Il Cfo ha tuttavia precisato che la società attende «un quadro stabile e chiaro dal punto di vista regolatorio».

Ieri, infatti, Agcom ha chiesto il parere dell'Avvocatura dello Stato sulle conseguenze giuridiche della sentenza della Corte di Giustizia Ue che ha giudicato l'articolo 43 del Tusmar (legge Gasparri) non conforme alla normativa Ue. L'Agcom ha inoltre avviato l'esame delle valutazioni sulla decisione della Corte. Acquisito il parere dell'Avvocatura, l'Autorità analizzerà eventuali revisioni della propria delibera del 2017, con la quale aveva imposto a Vivendi, che ha il 29,9% del Biscione, di non superare il 10% di Mediaset nei diritti di voto in assemblea.

Vivendi, che detiene il 24,9% di Telecom, potrebbe avere interesse a far entrare Mediaset nella rete unica. Il progetto, che coinvolge Tim e Cdp, è già al centro di polemiche. E Vodafone fa pressioni per indebolirlo, bollandolo come «il suicidio perfetto per la fibra».

Mentre il commissario Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, parla di investimenti per fornire connessioni Internet ad alta velocità anche alla popolazione delle «aree rurali». Il mercato comunque è pro rete unica. Ieri Tim in Borsa è salita dello 0,99 per cento.

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