Tanti soldi agli azionisti, spinta forte su gestione patrimoniale e commissioni. Il Piano industriale 2023-2026 di Mediobanca presentato ieri dall'amministratore delegato, Alberto Nagel, è piaciuto alla Borsa. Tant'è che il titolo di Piazzetta Cuccia è scattato dell'1,9% in un contesto negativo quasi per tutti. E, a quanto risulta al Giornale, la prima impressione sarebbe stata positiva anche dalle parti di uno dei principali azionisti, Francesco Gaetano Caltagirone, che detiene il 9,9% del capitale e in passato aveva indicato un modello di business simile anche per Generali.
Sembra proseguire, quindi, il periodo di disgelo con i principali soci, Delfin compresa, che attraverso il suo presidente, Francesco Milleri, si era detta azionista «contenta». «C'è stato un coinvolgimento di tutti gli azionisti», ha detto Nagel in conferenza stampa a proposito della nuova strategia, «abbiamo monitorato nei vari incontri le loro aspettative e sensibilità prima del piano. A partire da domani cominceremo l'engagement sul piano con tutti gli investitori, compresi i principali azionisti». E, anche in vista della nascita della lista del cda da presentare in assemblea a ottobre, Nagel non chiude alla possibile candidatura di un esponente di Delfin: «Faremo un percorso con il board. Riferiremo quali sono le aspettative, i giudizi e le proposte di tutti gli azionisti».
Il piano di Nagel ha in serbo una coccola per i soci: dividendi per 2,7 miliardi in tre anni (cash pay-out al 70% dal 60% precedente) con l'introduzione di un acconto da erogare a maggio. Oltre a 1 miliardo per il riacquisito di azioni. I ricavi arriveranno a 3,8 miliardi, con una crescita media del 6 per cento annuo. Il target per l'utile è di 1,8 euro per azione (+15%).
L'obiettivo dichiarato è la leadership nel wealth management, con una particolare attenzione per il riposizionamento su clientela di fascia alta. Si punta a raggiungere quota 85 miliardi di masse gestite (+13% nel piano), una rete di 1.500 professionisti (+25%) e ricavi oltre il miliardo (in gran parte da commissioni) con l'intento di fare diventare la divisione il primo motore del gruppo. Il nome del piano, «One Brand-One Culture», richiama il rebranding di CheBanca! che diventerà Mediobanca Premier. «Per la prima volta in 70 anni rendiamo il marchio Mediobanca disponibile al pubblico», ha sottolineato Nagel. La strategia punta a «capitalizzare il forte valore del marchio». Grande peso anche per il credito al consumo, che con Compass punta a 1,3 miliardi di ricavi (+5%).
La quota del 13% in Generali rimarrà strategica: il business assicurativo funziona bene in un contesto di tassi alti e nel 2026 potrà arrivare a un contributo di 500 milioni, offrendo diversificazione per il ciclo difficile a livello globale dell'investment banking (che ha un obiettivo di 900 milioni di ricavi a fine piano, +11%).
Non si escludono acquisizioni. «Siamo interessati ad attività che portano commissioni e hanno basso assorbimento di capitale come per esempio Arma Partners» ha detto Nagel. «Abbiamo circa 100 punti base di capitale che utilizzeremo per operazioni di questo tipo».
Ma non si escludono operazioni più grandi per i quali «potremmo utilizzare o la partecipazione in Generali o un misto della partecipazione in Generali e azioni Mediobanca, a maggior ragione se il piano avesse successo e potessimo contare su multipli maggiori. Però abbiamo molte opzioni». Qualcuno chiede della vecchia fiamma Banca Generali: «Al momento non abbiamo grandi operazioni sul tavolo».
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