Il caso Tridico continua a far discutere. L'aumento dello stipendio di mister Inps di fatto ha scatenato un euro e proprio terremoto politico. Ieri sera da Fazio a Che tempo che fa, Di Maio tra le righe ha scaricato il presidente dell'istituto di previdenza sociale e balbettando qualcosa ha cercato (maldestramente) di difendere se stesso e il Movimento. Ma in questa vicenda va sottolineato un altro aspetto. Proprio nel periodo in cui il presidente dell'Inps riceveva un lauto aumento del suo stipendio, era impegnato, prima a teorizzare e poi ad applicare la sciabolata sulle pensioni alte. Una mossa che ha costretto migliaia di pensionati ad una decurtazione dell'assegno per cinque anni. Il tutto per motivi di cassa.
I tagli che piacciono a Tridico
Ed era stato lo stesso Tridico a "festeggiare" il taglio degli assegni con parole molto chiare che ora stridono con quell'aumento ricevuto sullo stipendio: "I trattamenti pensionistici diretti complessivamente eccedenti l'importo di 100.000 euro lordi su base annua sono ridotti di un'aliquota percentuale in proporzione agli importi dei trattamenti pensionistici". Infatti era stato lo stesso presidente dell'Inps a indossare i panni dell'ideologo della sforbiciata quando lavorava come consulente per Di Maio. I tagli vengono applicati a tutti i pensionati che percepiscono un assegno annuale che supera i 100mila euro con tagli tra il 15 e il 40 per cento per la parte eccedente la soglia fissata da cinque scaglioni. I tagli infatti sono del del 15%: tra 100.000€ e 129.999,99€ (lordi); del 20%: tra 130.000€ e 199.999,99€ (lordi); del 25%: tra 200.000€ e 349.999,99€ (lordi); del 30%: tra 350.000€ e 499.999,99€; del 40%: superiore a 500.000€. Ed era stato proprio Tridico a commentare la sfrbiciata con queste parole: "Saranno circa 25mila posizioni con un risparmio di circa 140 milioni di euro". Poi, nel corso di un intervento a Di Martedì di qualche tempo fa, lo stesso Tridico aveva affermato: "Questa volta si è iniziato cambiando paradigma di intervento con le pensioni di cittadinanza, un sussidio dato anche in un periodo di non crescita e tagliando laddove c'era da tagliare, nella parte alta dei redditi che funzionasse da redistribuzione".
La batosta sui pensionati
Insomma, mentre Tridico si intascava il maxi assegno di fatto sponsorizzava la sforbiciata sugli assegni previdenziali che hanno provocato non pochi problemi a migliaia di pensionati. Basta fare qualche esempio per capire meglio di cosa stiamo parlando. Per chi percepisce un reddito da pensione di circa 110mila euro l'anno, il taglio ammonta a circa 1500 euro nei dodici mesi: in 5 anni si lasciano per strada almeno 7500 euro. Per chi invece ad esempio percepisce un reddito previdenziale di 140mila euro lordi l'anno, la sforbiciata può arrivare anche a 7000 euro in un solo anno e dunque in 5 anni si perdono 35mila euro. Più si va avanti in questo girone dantesco, più è pesante la mannaia sugli assegni.
E solo qualche tempo fa la Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia aveva bollato come "discriminatorio" il taglio sugli assegni. Di certo ora questi pensionati (impegnati sui ricorsi) avranno un motivo in più per non accettare quello "scippo" tanto gradito a Tridico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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