Un'altra grama per il capo politico del M5s Luigi Di Maio. C’è, infatti, altissima tensione e forte malcontento al Mise, il ministero dello sviluppo economico.
Numerosi dipendenti hanno sottolineato la cattiva gestione dell'ex titolare del dicastero, e attuale ministro degli Esteri, Di Maio. Il ministero, il cui ruolo è quello di risolvere le crisi aziendali, tra cui le emergenze legate all’Ilva e ad Alitalia, in queste difficile settimane sta dimostrando un'inefficienza ed un immobilismo senza precedenti come sottolineato in un comunicato dei sindacati confederali e degli autonomi Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa, Confintesa Fp, Confsal Unsa e Dirstat. Nel testo si legge che la "riorganizzazione del ministero", portata avanti dall’ex titolare del dicastero, ha prodotto solo "improntitudine" e rallentamenti.
Tutto ciò rischia di compromettere l'utilizzo delle risorse di bilancio del dicastero. Nel documento si fa riferimento, in particolare, alla "insensata rotazione dei direttori generali", tra cui Salvatore Barca, amico personale di Di Maio e suo concittadino di Pomigliano d'Arco, che viene definito nel comunicato un "potente pervasivo" per i suoi metodi arroganti su 187 dipendenti, che a lui fanno capo. Barca, prima che al Mise sbarcasse il suo concittadino, era un dirigente di prima fascia promosso improvvisamente a segretario generale.
Nel mirino anche la riorganizzazione del dicastero che avrebbe dovuto essere, secondo l’ex ministro, il primo passo di “una rivoluzione in tutta la pubblica amministrazione”. Il risultato è stato, invece, la sostanziale paralisi del Mise,dove sono aumentati il personale e le procedure burocratiche.
i sindacati, riuniti ieri in assemblea con i lavoratori, hanno scritto al ministro Patuanelli ritenendo"non più rinviabile un incontro chiarificatore, indispensabile al fine di rassicurare tutto il personale del dicastero, sugli obiettivi e sul futuro dello stesso".
Secondo il Corriere della Sera, un esempio piuttosto illuminate sulla vicenda sarebbe quello legato alle missioni a Bruxelles che non avvengono più perché non è stato risolto “il problema delle spese da rimborsare all’agenzia di viaggio Cisalpina”. Una gestione dissennata quella che ha ereditato Stefano Patuanelli che, a sua volta, appare troppo debole per guidare un deciso cambio di passo.
E così, il nuovo ministro oltre a non riuscire a trovare qualche spiraglio nelle complesse crisi aziendali non è in grado neanche nella convocazione di tavoli
dell’automotive che aveva annunciato ormai un mese fa. La situazione sembra creare qualche imbarazzo ai 5Stelle e allo stesso entourage di Patuanelli. Meno agli alleati di governo dem che sulla vicenda non sono ancora intervenuti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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