"Mossa folle ma geniale. Sfida al futuro"

Tommaso Ebhardt: "Prada ha il coraggio di fare una mossa che 25 anni fa la portò a comprare marchi come Gucci, Jil Sander e Church's"

"Mossa folle ma geniale. Sfida al futuro"
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Tommaso Ebhardt è il direttore di Bloomberg e nel suo ultimo libro Prada. Una storia di famiglia lo aveva previsto. Quantomeno che la moda italiana ha bisogno di unire alcuni dei suoi marchi per sopravvivere.

Qual è il senso dell'acquisizione?

«È una mossa rischiosa, ma l'unica possibile. Se pensiamo alle peculiarità dei due marchi, per lo stile sono all'opposto. Il minimalismo di Prada e il massimalismo di Versace. Allo stesso tempo sono complementari. Una follia geniale: così si intercettano gusti molto diversi tra loro, cercando di coprire buona parte del mercato».

Sembra una mossa alla Marchionne, protagonista di un altro dei tuoi libri. Quando Fiat nel 2009 scala Chrysler dando l'assalto all'America.

«Geniale e folle allo stesso tempo. È un andare all'attacco. Tra l'altro Prada ha il coraggio di fare una mossa che 25 anni fa la portò a comprare marchi come Gucci, Jil Sander e Church's. Allora la scommessa di Patrizio Bertelli venne affondata dall'11 settembre e dal crollo delle Borse. E per 10 anni ne pagarono le conseguenze, rischiando anche di perdere il controllo del gruppo».

Ma chi c'è dietro la scelta attuale?

«Lorenzo Bertelli, principalmente. Questo di Prada è un passo chiaro verso la successione. Il gruppo al momento è sano, ha conti in regola e controllo familiare. Questa operazione va letta anche nel senso di managerializzazione. Certo Versace va rifondata dal punto di vista industriale».

E quale sarà il ruolo di Miuccia nelle creatività di Versace?

«Rispondo con le parole di Lorenzo Bertelli: Nessuno. Versace resterà un marchio a parte».

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