Massimo Malpica
RomaIl vecchio management di Mps finisce alla sbarra con il primo stralcio dell'inchiesta senese. Imputati eccellenti l'ex presidente della banca più antica del mondo, Giuseppe Mussari, l'ex dg Antonio Vigni e l'ex responsabile dell'area finanza, Gianluca Baldassarri: la mattina del 26 settembre saranno processati con giudizio immediato. L'ha disposto ieri il gip toscano Ugo Bellini, che ha accolto la richiesta dei pm avendo ritenuto «evidente» la prova raccolta dalla procura sul primo dei tanti filoni dell'indagine, quello relativo all'aver ostacolato le attività di vigilanza. Un'ipotesi di reato su cui s'era già fondata l'ordinanza di arresto di Baldassarri, che è in carcere dallo scorso 14 febbraio.
I tre sono imputati, in concorso, di ostacolo all'esercizio delle funzioni delle pubbliche autorità di vigilanza - aggravata perché Mps è quotata in Borsa - per aver occultato il mandate agreement sottoscritto a luglio 2009 con la banca giapponese Nomura. Quel documento conteneva i dettagli delle operazioni - considerate capestro per la banca senese dalla procura toscana, in quanto alla base di consistenti perdite economiche per Mps - collegate all'accordo per la ristrutturazione del derivato Alexandria che Mussari, Vigni e Baldassarri avevano stipulato con i vertici di Nomura quell'estate, nella famosa riunione registrata dai dirigenti dell'istituto nipponico e finita sui giornali.
Dettagli che, appunto, erano stati nascosti all'autorità di vigilanza, la Banca d'Italia (parte lesa), «con mezzi fraudolenti, consistiti nel celare per circa tre anni nella cassaforte del dg Vigni il contratto», scrive il gip nelle sei pagine dell'ordinanza di giudizio immediato. Solo il 10 ottobre del 2012 il documento che chiariva tutte le operazioni finanziarie collegate alla ristrutturazione era stato ritrovato dal nuovo management di Rocca Salimbeni, che lo aveva trasmesso alla procura.
La strada del giudizio immediato è stata scelta perché le indagini su questo filone «sono ormai definitivamente concluse», osserva il gip, che nel brevissimo provvedimento elenca tra le fonti che rendono «evidente» la prova, oltre agli interrogatori dei tre imputati, diversi verbali di vari dirigenti del Monte Paschi, un'informativa su Baldassarri del Nucleo valutario della Gdf e note e verbali di ispezione svolti da Bankitalia (all'epoca dell'accordo con Nomura e successivamente) e della Consob.
L'accelerazione giudiziaria viene accolta favorevolmente anche dai difensori degli imputati. L'avvocato Tullio Padovani, legale di Mussari, parla di «stralcio un po' strano dal punto di vista processuale», ma nel merito delle accuse trasuda ottimismo: «Siamo tranquillissimi perché non abbiamo ostacolato nessuno, siamo assolutamente sereni e non abbiamo nessun problema a difenderci davanti al giudice che è il giudice naturale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.