Tempo di Nadef: la Nota di aggiornamento con le previsioni economiche e di finanza pubblica approvata pochi giorni fa in Consiglio dei ministri, passerà adesso al vaglio di Camera e Senato.
Le prospettive
Come spiegato ilGiornale.it, le previsioni di crescita hanno superato anche le prospettive più ottimistiche della scorsa primavera: il Pil è in rialzo del 6% rispetto al 4,5% ipotizzato e il deficit è in calo di ben 9,4 punti percentuali (rispetto al -11,8%) scendendo al 153,5% rispetto al 155,6% del 2020. Considerata una pandemia mondiale e un'Italia già zoppicante, sono numeri che fanno ben sperare per il futuro. A questo punto Senato e Camera si riuniranno mercoledì per votare a maggioranza semplice, mentre il giorno prima ci saranno le audizioni in "attività conoscitiva preliminare" nelle Commissioni Bilancio di Montecitorio e Palazzo Madama.
Attesa per il discorso di Franco
Il momento topico sarà rappresentato da cosa avrà da dire il Ministro dell'Economia e Finanza, Daniele Franco, mercoledì mattina: oltre a lui, gli interventi dei rapprsentanti del Cnel, della Corte dei Conti, dell'Istat e della Banca d'Italia. In ogni caso, oltre al tema caldo della Nadef si parlerà anche di Ddl Zan, disegno di legge per contrastare l'omofobia e la transfobia, le discriminazioni di genere e le violenze per l'orientamento sessuale e le disabilità. Come riporta Il Tempo, non appena terminate tutte le attenzioni per il voto, si cercherà di fare il punto della situazione e chiudere il cerchio.
Quanto vale il "tesoretto"
Per il 2022, il tesoretto da usare per la crescita economica e finanziaria dell'Italia vale 22 miliardi di euro così come contenuto sulla Nota al Def. Per la prima volta dalla pandemia, quindi, si parla di crescita e non si tagli sulla spesa. Questi miliardi saranno destinati ad interventi ben precisi di cui si discuterà nelle prossime settimane. La crescita del prossimo anno è prevista al 4,7% ma il ministro Brunetta si dice certo che che andremo oltre il 5% e questo farebbe scendere il rapporto deficit/Pil al 5,6% e il debito al 149,4%. "Le prospettive di ulteriore recupero del PIL nei prossimi trimestri sono legate in primo luogo all'evoluzione della pandemia e della domanda mondiale, ma saranno anche influenzate dalle carenze di materiali e componenti e dai forti aumenti dei prezzi dell'energia registrati negli ultimi mesi, fattori che impattano anche sui costi di produzione delle imprese e possono ostacolarne i piani di produzione", aveva dichiarato il ministro Franco.
Intanto, però, come detto, la riforma degli estimi catastali rischia di rappresentare un'ulteriore stangata sulla casa, già tassata per 40 miliardi in Italia, e impoverire ulteriormente il ceto medio e medio-basso. È quanto emerso da un'analisi dello studio legale Elexia sul patrimonio immobiliare dei nostri connazionali: in particolare, fra i 25,8 milioni di italiani che vivono in una casa di proprietà, ben il 68% ha un reddito sotto i 26mila euro lordi annui mentre circa l'80% ha contratto un mutuo per acquistarla.
Un altro particolare di cui tener conto è che circa un quinto dei proprietari di case ha redditi inferiori a 10mila euro lordi annui. La conseguenza diretta è che la riforma degli estimi potrebbe incidere pesantemente sul reddito disponibile di queste categorie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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